
In realtà, si tratta di due forze politiche che finora non hanno legato in Europa, osserva opportunamente Angela Mauro. Marine Le Pen ha fondato il gruppo Identità e Democrazia insieme a Salvini, sulla spinta del successo elettorale alle europee del 2019 e dopo una campagna elettorale comune. Orban, benché da sempre amico di Salvini e qualche volta alleato, era nel gruppo dei Popolari fino a qualche mese fa, quando si è consumato l’ultimo scontro interno che lo ha portato fuori dalla famiglia politica più grande d’Europa, di cui fanno parte sia Forza Italia che la Cdu di Angela Merkel.
Il progetto di un nuovo gruppo di destra parte proprio dall’addio di Orban al Ppe, suggellato dall’incontro tra Salvini e il premier ungherese a Budapest. Presente anche il premier polacco Mateusz Morawiecki, a capo dei nazionalisti del Pis, che al momento sono il pilastro, forza politicamente egemone del gruppo dei ‘Conservatori’, assieme agli eletti di Giorgia Meloni, fatta presidente per cortesia e pura rappresentanza, dopo aver respinto, nel 2019, l’idea di Salvini di creare un unico gruppo sovranista.
Problema Salvini-Meloni in Italia ma non solo. Problema Salvini-Polonia, per ideali e opportunismi. Varsavia che disse No già nel 2019 all’Unione sovranista per gli incontestabili legami tra la Lega e Mosca, e con Marine Le Pen che ha ammesso di aver accettato finanziamenti dai russi. Poi l’opportunismo di potere, l’egemonia politica polacca nel gruppo europarlamentare dei Conservatori che in una eventuale fusione, oltre al problema Salvini-Meloni, sarebbe costretta a condividere con il gruppo italiano pure più numeroso.
Incognite e contrasti superabili? Molto dipenderà anche dal rapporto che l’Ue, su spinta Biden, instaurerà con Putin, e tutti guardano, guardiamo al faccia a faccia del 16 giugno a Ginevra, all’indomani del vertice Ue-Usa a Bruxelles, tra i due presidenti. Cosa decisamente più seria dei gorgheggi di Al Bano ai mondiali di judo a Budapest, l’arte marziale amata dal presidente russo Vladimir Putin, con l’invito personale del cantante al padrone di casa Orban, all’amico italiano Salvini, e soprattutto al potente Putin, assieme al presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. ‘Farnesina Carrisi’.
I sondaggi danno il Rassemblement National testa a testa con ‘La Republique en marche’ di Macron. E benché il doppio turno francese abbia sempre favorito i partiti tradizionali, le possibilità di vittoria hanno favorito un ritorno tra Matteo e Marine. Tre settimane fa videoconferenza con la leader del Rassemblement National. «Non accadeva da tempo», rileva l’attenta Mauro. Più difficile la situazione per l’ultras Orban modello Netanyahu, aggregatore di nemici. Anche lì sondaggi alla pari, con il suo Fides, partito personale, a fare i conti con la coalizione di sei partiti che probabilmente candiderà l’attuale sindaco di Budapest Gergely Karácsony, già vincente su di lui.