Vaticano, fine delle impunità con la scusa della misericordia: nuovo codice penale

Cambia il Codice di diritto canonico della Chiesa cattolica e si stabiliscono pene più severe. Giustizia e non solo misericordia, “basta rilassatezza”. Ai vescovi l’obbligo di denuncia di tutti i reati a loro conoscenza. Pene molto più severe per preti pedofili, per corruttori, corrotti e intrallazzatori finanziari –attualità stretta-, ma anche per chi volesse ordinare prete una donna, ed è norma che sa troppo di antico.
Aula giudiziaria grande nella Sala polifunzionale dei Musei Vaticani ultimata. In funzione per le ultime battute del processo per i presunti abusi sessuali che si sarebbero svolti nel preseminario Pio X.
Sarà la sede dei processi dell’ultimo scandalo finanziario: la compravendita del palazzo di Sloane Ave 60 a Londra che a settembre è costato il posto e la berretta ad Angelo Becciu.

Basta impunità con la scusa della misericordia

«Mai più “rilassatezze” nell’applicazione delle sanzioni penali nella Chiesa. La misericordia non può essere esercitata a detrimento del diritto e della tutela delle vittime. Nei casi di pedofilia, certamente. Ma anche nell’amministrazione dei beni ecclesiastici, nella mala gestio dei soldi, dei beni e degli investimenti e nei casi di violazione del segreto pontificio come avvenne nei casi Vatileaks», elenca Maria Antonietta Calabrò sull’UffPost.

Vale per tutti e in tutto il mondo

«Gli ecclesiastici coinvolti, ma anche i laici che svolgano funzioni nella Chiesa, (su tutto il pianeta e in Vaticano) rischiano lo stipendio o la pensione che potrà essere ridotta fino a garantire la pura sussistenza. Mentre i vescovi avranno l’obbligo di denuncia in relazione a tutti i reati di cui vengono a conoscenza, pena gravi sanzioni».
Non l’aveva fatto Giovanni Paolo II, Benedetto XVI aveva solo iniziato, adesso Francesco porta a compimento la revisione della parte del Codice di diritto canonico che riguarda le sanzioni e le pene.

Tra giustizia e misericordia ‘infiltrata la rilassatezza’

Un’erronea interpretazione delle misericordia, spiega monsignor Filippo Iannone, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, ha alimentato un clima di eccessiva rilassatezza nell’applicazione della legge penale. Insomma, i furbetti (e anche qualche furbone), se ne sono approfittati.
Cioè si è chiuso un occhio e troppo spesso anche due su crimini gravi, come quelli di pedofilia, o sui reati economico-finanziari, contro i quali infatti si appuntano molte delle nuove norme, che non sono altro che la traduzione legislativa di molti discorsi e iniziative di papa Francesco su questi fronti, anche in seguito al moltiplicarsi degli scandali negli ultimi anni.
Fine dei ‘canoni del libro VI’ degli anni ’70 del secolo scorso, altra Chiesa e altri peccati.

Nuovi reati e azione penale vescovile obbligatoria

Una maggiore precisione sia dei reati, sia delle sanzioni e delle pene, che prima erano lasciate troppo alla discrezionalità dei vescovi. Inseriti nel codice di diritto canonico reati che durante il Pontificato di Giovanni Paolo II erano rimasti fuori, come la corruzione in atti d’ufficio. Poi l’obbligo alla riparazione dello scandalo e al risarcimento del danno.

Pedofilia reato contro la dignità della persona

Quanto alla pedofilia, non saranno più e solo ‘reati contro gli obblighi speciali dei sacerdoti’, ma reati contro la dignità della persona. E potranno essere perseguiti anche nei confronti dei religiosi non sacerdoti e di laici che occupano ruoli nella Chiesa. Verranno puniti anche gli abusi sessuali contro persone adulte, commessi con violenza o abuso di autorità.
Il Papa ha promulgato il nuovo testo nella forma di una Costituzione apostolica “Pascite gregge Dei” e entrerà in vigore l’8 dicembre prossimo. Per i reati commessi prima dell’entrata in vigore, varranno le leggi più favorevoli al reo, di cui si ribadisce l’innocenza fino alla condanna. Mentre si sollecitano i giudici a processi rapidi.

Dissonanze laiche e donne da scomunica

Continua a non esserci l’obbligo di denuncia alle autorità civili da parte dei vescovi, che invece, se cittadini italiani, a questo sono tenuti. Più difficile da spiegare e per noi laici da capire, una norma specifica che appare espressa contro le donne: non solo le donne non sacerdote, ma persino la scomunica per chi ordina prete una donna e per la donna stessa.

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AVEVAMO DETTO

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