
«Gli ecclesiastici coinvolti, ma anche i laici che svolgano funzioni nella Chiesa, (su tutto il pianeta e in Vaticano) rischiano lo stipendio o la pensione che potrà essere ridotta fino a garantire la pura sussistenza. Mentre i vescovi avranno l’obbligo di denuncia in relazione a tutti i reati di cui vengono a conoscenza, pena gravi sanzioni».
Non l’aveva fatto Giovanni Paolo II, Benedetto XVI aveva solo iniziato, adesso Francesco porta a compimento la revisione della parte del Codice di diritto canonico che riguarda le sanzioni e le pene.
Un’erronea interpretazione delle misericordia, spiega monsignor Filippo Iannone, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, ha alimentato un clima di eccessiva rilassatezza nell’applicazione della legge penale. Insomma, i furbetti (e anche qualche furbone), se ne sono approfittati.
Cioè si è chiuso un occhio e troppo spesso anche due su crimini gravi, come quelli di pedofilia, o sui reati economico-finanziari, contro i quali infatti si appuntano molte delle nuove norme, che non sono altro che la traduzione legislativa di molti discorsi e iniziative di papa Francesco su questi fronti, anche in seguito al moltiplicarsi degli scandali negli ultimi anni.
Fine dei ‘canoni del libro VI’ degli anni ’70 del secolo scorso, altra Chiesa e altri peccati.
Una maggiore precisione sia dei reati, sia delle sanzioni e delle pene, che prima erano lasciate troppo alla discrezionalità dei vescovi. Inseriti nel codice di diritto canonico reati che durante il Pontificato di Giovanni Paolo II erano rimasti fuori, come la corruzione in atti d’ufficio. Poi l’obbligo alla riparazione dello scandalo e al risarcimento del danno.
Quanto alla pedofilia, non saranno più e solo ‘reati contro gli obblighi speciali dei sacerdoti’, ma reati contro la dignità della persona. E potranno essere perseguiti anche nei confronti dei religiosi non sacerdoti e di laici che occupano ruoli nella Chiesa. Verranno puniti anche gli abusi sessuali contro persone adulte, commessi con violenza o abuso di autorità.
Il Papa ha promulgato il nuovo testo nella forma di una Costituzione apostolica “Pascite gregge Dei” e entrerà in vigore l’8 dicembre prossimo. Per i reati commessi prima dell’entrata in vigore, varranno le leggi più favorevoli al reo, di cui si ribadisce l’innocenza fino alla condanna. Mentre si sollecitano i giudici a processi rapidi.
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