
Qualcuno prova a spiegare che lo squilibrio demografico sta diventando insostenibile. «Entro 8 anni nei 27 paesi dell’Ue più la Gran Bretagna una persona troppo anziana o giovane per lavorare dipenderà da 1,5 persone in età lavorativa. Un numero di lavoratori troppo ridotto per reggere il carico di tutti gli altri. La sproporzione ha già inciso negativamente sui principali servizi sociali: sanità, pensioni, istruzione», sottolinea Ignazio Masulli sull’HuffPost.
Poi, problemi di manodopera occorrente «non è più fornita in misura sufficiente dai lavoratori autoctoni». E infine il dare-avere su tasse e contributi, tutto a nostro vantaggio.
Obiettivo, ridurre i gas nocivi del 55 per cento entro il 2030, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. «Al summit, tiene banco il premier polacco Mateusz Morawiecki, capofila dell’opposizione dei paesi dell’est, i più indietro nella transizione ecologica, quelli che pagherebbero il costo più alto», sintetizza Angela Mauro. E anche qui, un rinvio. In estate la Commissione presenterà la sua proposta e poi i leader ne discuteranno.
La Polonia calcola un costo della transizione per il suo paese di 4 miliardi di euro, e con lui, gli altri paesi dell’est.
«La fronda contraria è capitanata dai frugali, che fanno notare come i paesi dell’Europa orientale siano destinatari di fior fiori di fondi europei con i quali possono benissimo occuparsi anche del passaggio dal carbonio alle fonti alternative».
«Il virus non è sparito», ammonisce Merkel, ma poi si contraddice sul brevetti dei vaccini. Mentre il premier Draghi riapriva all’ipotesi di una sospensione “mirata e limitata nel tempo” dei brevetti sui vaccini per sostenere i paesi più bisognosi, la cancelliera Merkel rispondeva con “una volontaria messa a disposizione di brevetti e licenze” da parte dei produttori di vaccino. Un No educato in attesa di elezioni autunnali.
Quasi come la ricollocazione volontaria dei migranti che sbarcano in Italia.
Generosità forzata, ad evitare la sospensione dei brevetti, le case farmaceutiche Biontech-Pfizer, Johnson & Johnson e Moderna si sono impegnate a vendere al prezzo di costo ai paesi in via di sviluppo 1,2 miliardi di dosi entro il 2021 e 2 miliari entro il 2022, oltre ad un certo numero di dosi donati dai paesi Ue.
Meglio vendere a prezzo scontato, piuttosto che “cedere” proprietà.