Ecologia strategica: sul fronte del clima i conflitti del futuro
Ecologia strategica: sul fronte del clima i conflitti del futuro

Uno studio pubblicato di recente su Nature, stima che il clima (e i suoi cambiamenti, in particolare) abbia influenzato nel corso dell’ultimo secolo tra il 3% e il 20% dei conflitti armati, e questa influenza, secondo gli studiosi, sarà destinata a crescere drammaticamente.

Il clima nell’insorgere dei conflitti

Uno dei primi atti di Biden presidente è stato il rientro degli Sati Uniti nell’Accordo sul clima dal quale Trump era rumorosamente uscito il 4 novembre 2020. L’Accordo era sopravvissuto grazie all’Unione Europea che era riuscita a mantenere la Cina e la Russia al tavolo dei negoziati. Fine Trump e parentesi anti-clima, gli USA tornano da protagonisti nella sfida ai cambiamenti climatici.

Ritorno Usa alla politica

Il Vertice sul clima degli Stati Uniti per la “Giornata mondiale della Terra”, ha rappresentato una svolta spettacolare della presidenza americana, almeno tanto quanto lo era stato l’abbandono dell’Accordo. Il ritorno dell’America in posizione preminente, e non solo per spinta ecologica. Una ripartenza che sotto il profilo geopolitico ha però una grande importanza e un preciso significato.

Washington Pechino si parte dal clima

Il clima non può aspettare ed almeno sul clima Washington e Pechino si confrontano. Certo la road map della Cina è impressionante: i cinesi prevedono di raggiungere il massimo delle emissioni nel 2030 per poi azzerarle del tutto non prima del 2060. E non ci saranno ripensamenti perché il loro programma strategico di sviluppo non ammette ritardi. Nel 2035 prevedono il pareggio con gli USA sulle nuove tecnologie e nel 2050 il sorpasso.

Un simile programma industriale ed economico non può essere limitato dalle nefaste influenze che produce sull’ambiente e sul clima.

Gli intenti di Biden e l’Europa

E l’Europa? Con l’approvazione della “Legge europea sul clima” del 21 aprile 2021 l’obiettivo dell’UE è la riduzione delle emissioni inquinanti del 55 % per cento entro il 2030 rispetto ai valori registrati nel 1990 e il conseguimento della neutralità entro il 2050. Un obiettivo ambizioso certamente ma con buone probabilità di essere conseguito perché in vari Paesi europei i partiti verdi e ambientalisti stanno crescendo, soprattutto in Germania.

Geopolitica climatica

Sotto il profilo geopolitico poi non dimentichiamo che il cambiamento climatico ed i conflitti hanno precise connessioni ed interdipendenze nella crisi globale di cui soffre il pianeta non solo per il clima. E’ questo un aspetto studiato oggi attentamente. Molti conflitti nascono proprio per questioni legate all’ambiente, all’uso che l’uomo ne fa, meglio all’abuso delle risorse naturali e al loro accaparramento a vantaggio di pochi e a scapito di tanti.

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