Napoleone francese per caso a sua fortuna e destino del mondo

Sembra che su Napoleone, dalla sua morte ad oggi, sia stato scritto quasi un libro al giorno, ma solo nel 2018 uno storico ha messo finalmente ordine chiarendo l’origine della famiglia: i Buonaparte provenivano da Sarzana, dove la Liguria confina con la Toscana. Un antenato dell’imperatore, un balestriere a cavallo al servizio della repubblica di Genova, nella seconda metà del sedicesimo secolo vendette le proprietà e si trasferì in Corsica sempre al servizio della potente repubblica marinara.
Gabriele, figlio di Francesco, anche lui soldato genovese, si stabilì ad Ajaccio diventando il capostipite della famiglia di Napoleone.
Dopo esser diventato imperatore (e soprattutto il genero di quello d’Austria dopo aver sposato la figlia Maria Luisa), Napoleone aveva rivendicato una improbabile parentela con la nobile famiglia italiana dei Malaspina, i cui legami lo riconducevano appunto all’Italia e a Sarzana.

La Corsica genovese

La repubblica di Genova aveva acquisito il dominio della Corsica grazie a papa Niccolò V (Tommaso Parentucelli, tra l’altro anche lui sarzanese) intorno alla metà del XV secolo, sebbene in precedenza ne avesse occupato solo una parte e l’isola – di grande rilevanza strategica in Mediterraneo – fosse stata contesa con la Francia e l’altra repubblica marinara di Pisa. Nel volgere di pochi anni, 1453, il governo dell’isola passò alla potente compagnia finanziaria del Banco di San Giorgio che incontrò però la forte (e ostinata) resistenza della fiera nobiltà isolana. In seguito a varie sconfitte, numerose famiglie corse ripararono quindi in Toscana, facendo cioè il percorso inverso dei Bonaparte che invece aumentarono il loro prestigio assumendo diverse cariche pubbliche.
Nel 1768 il trattato di Versailles tra Genova e la Francia segnò il definitivo passaggio dell’isola ai francesi, ma nel frattempo a rivendicarne l’indipendenza da governi stranieri era comparsa sulla scena politica della Corsica la figura di Pasquale Paoli. Napoleone Bonaparte nacque dunque suddito francese nell’agosto 1769, un anno dopo il trattato, ma anche in un momento di grandi conflitti per la libertà e il destino dell’isola.

La famiglia Bonaparte ad Ajaccio

Carlo Maria Buonaparte, il padre

Carlo Maria Buonaparte, padre di Napoleone, era nato nel 1746; aveva sposato giovanissima Letizia Ramolino nel 1764 e ripreso gli studi di giurisprudenza all’università di Pisa. Quando però cominciò la sollevazione contro i francesi, Carlo Maria tornò in Corsica tra le fila di Pasquale Paoli, e si distinse tra gli insorti come ardente oratore. Ma, pochi mesi prima della nascita di Napoleone e dopo l’abbandono di Pasquale Paoli, fece parte della delegazione ufficiale che presentò alla Francia la sottomissione dell’isola, ottenendo in seguito la nomina a consigliere del tribunale di Ajaccio. Fu anche iscritto nei ‘nuovi registri’ della nobiltà francese e in questa veste, parecchi anni dopo ottenne per il figlio la borsa di studio che lo portò a frequentare la scuola militare di Brienne.
Morì relativamente giovane a Montpellier, nel 1785, lasciando una famiglia abbastanza numerosa anche per quei tempi: Giuseppe, nato nel 1768, era il primogenito e dopo il secondogenito Napoleone seguivano Luciano (nato nel 1775), Elisa (1777), Luigi (1778), Paolina (1780), Carolina (1782) e Girolamo (1784). Nel periodo di inevitabili difficoltà che seguì la scomparsa del capofamiglia, probabilmente nessuno di loro immaginava di poter occupare di li a pochi anni alcuni troni europei.

Altri corsi o italiani

Con estremo realismo, come il padre, anche Napoleone Buonaparte scelse dunque la Francia, ma i legami con altri personaggi di origine italiana o corsa rimasero, rivelandosi determinanti per il suo futuro. Il giovane capitano d’artiglieria divenuto Bonaparte, nel 1793 fu inviato a comandare l’artiglieria all’assedio di Tolone, il cui forte era stato occupato dai realisti. Napoleone predispose un piano d’impiego delle artiglierie che si rivelò fondamentale per la vittoria e il corso Antoine Christophe Saliceti (in realtà nato a Saliceto in Corsica come Antonio Cristofani) e rappresentante del governo rivoluzionario ‘consigliò’ a Parigi di promuovere Napoleone al grado di generale.
Saliceti, dopo la caduta di Robespierre, ebbe qualche problema, ma Napoleone si ricordò del suo primo estimatore: non solo fu scarcerato, ma Saliceti divenne un collaboratore fidato di Napoleone che organizzò, tra l’altro, un efficiente servizio di intelligence e comunicazioni riservate utilissimo nella campagna d’Italia.
Non sorprende che Napoleone, che pure allontanò gli ex giacobini da posizione di rilievo, se ne sia servito come ministro di polizia quando fece salire sul trono di Napoli il generale Gioacchino Murat, cognato di Bonaparte che aveva sposato la sorella minore Carolina. Da ricordare anche il ruolo che svolsero in Italia il corso generale Gian Battista Cervoni (anche lui promosso da Saliceti a Tolone) e il nizzardo Andrea Massena che marciò direttamente su Genova nel 1796.

Apogeo, caduta e diaspora dei discendenti

Il giovane generale Napoleone

Quando a Lione, nel 1802, fu proclamata la Repubblica Italiana, Napoleone lesse in buon italiano l’atto ufficiale davanti alla Consulta e in mezzo alle ovazioni dei presenti ne fu acclamato primo presidente. Quando furono approvati i codici penale e civile, Napoleone dedicò a quelli italiani lo stesso tempo dedicato a quelli francesi intervenendo alle sedute della commissione e interloquendo con i giuristi. Soprattutto, attraverso scuole militari ed esercito, ricomparvero soldati italiani non più al servizio di stranieri e nacque la prima idea di Unità d’Italia.
Presenze e parentele italiane continuarono a corte anche durante l’impero: ad esempio litigando con il fratello la sorella Elisa sposò un ufficiale corso-genovese che si chiamava Felice Baciocchi e in seguito regnarono sulla Toscana. Paolina, sorella di Napoleone, sposò in seconde nozze un altro italiano, il principe Borghese. Dopo la caduta in Italia ripararono molti familiari di Napoleone: a Roma morì nel 1836 la madre Letizia Ramolino e a Canino, in provincia di Viterbo, riparò nel 1818 il fratello di Napoleone Luciano. Nel 1823 si trasferì a Roma anche Luigi Napoleone, figlio di un altro fratello di Napoleone, Luigi, che diventerà poi Napoleone III. Nel 1849 fu lui a mandare il generale Oudinot contro la repubblica romana, ma questa è un’altra storia.

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