
Domani le elezioni regionali di Madrid: una tornata elettorale descritta in Spagna come potenzialmente decisiva anche per gli equilibri della politica nazionale. Elezioni anticipate, convocate dalla presidente regionale Isabel Díaz Ayuso, del Partito Popolare (Pp).
Sul fronte dell’opposizione, tre candidati proveranno a ribaltare i pronostici, nella cronaca ANSA. Il Partito Socialista (Psoe), leader della coalizione di governo nazionale, si è affidato al moderato Ángel Gabilondo, un politico navigato e rispettato anche a destra. Más Madrid, nato da una scissione con Podemos, punta su Mónica García, medico di professione che si propone come portatrice delle istanze della sinistra e in particolare della sanità pubblica. Si gioca molto Pablo Iglesias di Podemos —l’altro partito al governo—, che ha lasciato il ruolo di vicepremier per provare a rilanciare una formazione indebolita da risultati elettorali deludenti e dissidi interni.
Iglesias, il premier nazionale socialista, che nelle parole di Ayuso, “rappresenta il male”, è stato il primodi una serie di dirigenti politici a ricevere per posta macabre minacce di morte: messaggi anonimi accompagnati da pallottole. Il rifiuto di Monasterio, la candidata esplicitamente para fascista, di condannare le minacce ha ricompattato la sinistra. Iglesias ha ricevuto la solidarietà del socialista Ángel Gabilondo e di Mónica García, di Más Madrid. I tre hanno marciato insieme anche alla manifestazione del 1° maggio, assicurando che domani alle urne la battaglia è tra «democrazia e fascismo».
Partita politica tra ‘democrazia o fascismo,’ lo slogan a sinistra, ribaltato a destra da ‘comunismo e libertà’. La presidente madrilena –ci ricorda sempre Oppes- ha condotto fino all’estremo la sfida al governo centrale sui metodi di lotta contro la pandemia, puntando sulle riaperture quando le cifre di morti e ricoveri invitavano alla prudenza. Una ‘salviniana’ pre partecipazione al governo. Ora l’eroina dei baristi, che si è inventata persino una sorta di «nazionalismo alla madrilena»: la riscoperta delle radici autentiche di una capitale i cui abitanti, in realtà, per il 40 per cento sono nati altrove. La sorte di un po’ tutte le capitali moderne
Di destra anche anche la riapertura della Plaza de toros di Las Ventas: una corrida per fare contenti i fan della tauromachia e mettere il cappello su uno dei cavalli di battaglia di Vox, rubando propaganda alla vera ultradestra Monasterio. Quest’ultima ribatte scoprendo persino le sue origini cubane, una famiglia di imprenditori arricchitisi durante la dittatura di Batista, e poi espropriati da Fidel Castro. E quindi poco eleganti attacchi al mito del “Che”.