Destra spagnola con forti tracce di fascismo all’assalto elettorale di Madrid
Destra con forti tracce di fascismo all’assalto elettorale di Madrid

Due signore a scontrasi a destra sapendo già che, in caso di vittoria dei conservatori, «il loro destino è governare insieme», osserva Alessandro Oppes su Repubblica. Da una parte la “presidenta”, Isabel Díaz Ayuso, voce fuori dal coro e personalità forte del Partito popolare, in corsa per rubare voti all’elettorato dell’ultra destra.
Dall’altra la candidata dell’estrema destra di Vox, Rocío Monasterio, che di moderato nei suoi discorsi non propone proprio nulla, e che il voto fascista lo rappresenta apertamente.
Poi gli altri candidati. A sinistra il gesto coraggioso di Pablo Iglesias di Podemos, che ha lasciato il ruolo di vicepremier per questa nuova sfida politica.

Il volto femminile della destra spagnola

Vox vuole Madrid, ma non è detto

Domani le elezioni regionali di Madrid: una tornata elettorale descritta in Spagna come potenzialmente decisiva anche per gli equilibri della politica nazionale. Elezioni anticipate, convocate dalla presidente regionale Isabel Díaz Ayuso, del Partito Popolare (Pp).

Data in vantaggio nei sondaggi, Ayuso cerca la riconferma per rafforzare il controllo del governo regionale in mano ai popolari da 26 anni, e il suo ruolo di astro nascente della destra spagnola. Nell’ultima legislatura, il Pp ha governato in coalizione con Ciudadanos, partito segnato da dure sconfitte elettorali. Ha lanciato la sua sfida anche il partito di estrema destra Vox, che ha appoggiato l’ultimo governo della città dall’esterno ed ora, guidato dalla candidata regionale Rocío Monasterio, cerca di evitare un’emorragia di voti a favore di Ayuso con una campagna imbastita su toni radicali, per arrivare poi ad un accordo di governo della capitale.

Frenare la destra e ribaltare i pronostici

Sul fronte dell’opposizione, tre candidati proveranno a ribaltare i pronostici, nella cronaca ANSA. Il Partito Socialista (Psoe), leader della coalizione di governo nazionale, si è affidato al moderato Ángel Gabilondo, un politico navigato e rispettato anche a destra. Más Madrid, nato da una scissione con Podemos, punta su Mónica García, medico di professione che si propone come portatrice delle istanze della sinistra e in particolare della sanità pubblica. Si gioca molto Pablo Iglesias di Podemos —l’altro partito al governo—, che ha lasciato il ruolo di vicepremier per provare a rilanciare una formazione indebolita da risultati elettorali deludenti e dissidi interni.

Minacce squadristiche

Iglesias, il premier nazionale socialista, che nelle parole di Ayuso, “rappresenta il male”, è stato il primodi una serie di dirigenti politici a ricevere per posta macabre minacce di morte: messaggi anonimi accompagnati da pallottole. Il rifiuto di Monasterio, la candidata esplicitamente para fascista, di condannare le minacce ha ricompattato la sinistra. Iglesias ha ricevuto la solidarietà del socialista Ángel Gabilondo e di Mónica García, di Más Madrid. I tre hanno marciato insieme anche alla manifestazione del 1° maggio, assicurando che domani alle urne la battaglia è tra «democrazia e fascismo».

Democrazia o fascismo, comunismo o libertà

Partita politica tra ‘democrazia o fascismo,’ lo slogan a sinistra, ribaltato a destra da ‘comunismo e libertà’. La presidente madrilena –ci ricorda sempre Oppes- ha condotto fino all’estremo la sfida al governo centrale sui metodi di lotta contro la pandemia, puntando sulle riaperture quando le cifre di morti e ricoveri invitavano alla prudenza. Una ‘salviniana’ pre partecipazione al governo. Ora l’eroina dei baristi, che si è inventata persino una sorta di «nazionalismo alla madrilena»: la riscoperta delle radici autentiche di una capitale i cui abitanti, in realtà, per il 40 per cento sono nati altrove. La sorte di un po’ tutte le capitali moderne

Plaza de toros e corrida a destra

Di destra anche anche la riapertura della Plaza de toros di Las Ventas: una corrida per fare contenti i fan della tauromachia e mettere il cappello su uno dei cavalli di battaglia di Vox, rubando propaganda alla vera ultradestra Monasterio. Quest’ultima ribatte scoprendo persino le sue origini cubane, una famiglia di imprenditori arricchitisi durante la dittatura di Batista, e poi espropriati da Fidel Castro. E quindi poco eleganti attacchi al mito del “Che”.

Gara alla più fascista del reame

«Il conservatorismo estremo, del resto, è anche nel Dna del marito, Iván Espinosa de los Monteros, numero tre della formazione estremista guidata da Santiago Abascal, e nipote dell’ambasciatore di Franco nella Germania di Hitler». La candidata di Vox ha incentrato la sua campagna sulla presunta insicurezza delle strade di Madrid, contro gli aiuti ai minorenni migranti, contro aborto e eutanasia. Posizione che non possono essere avallate dai popolari oggi, ma che «se domani i voti di Vox serviranno per formare una maggioranza, chiuderanno un occhio». E anche due.

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