
«Con l’Europa alle spalle, Boris Johnson vuole restituire agli inglesi il sogno imperiale, quel canto che ha accompagnato la Royal Navy nella conquista degli oceani: “Domina, Britannia! Domina le onde”», l’incipit di Gianluca Di Feo su Repubblica. In partenza dalla piccola isola con grandi ambizioni alle spalle, una flotta imponente per l’ormai piccola Gran Bretagna: «Guidata dalla portaerei Queen Elizabeth: la più grande nave inglese di sempre, 280 metri di lunghezza e 65 mila tonnellate di dislocamento, con a bordo sedici caccia “invisibili” F-35 e quattordici elicotteri». Al suo fianco altre sei unità da guerra e un sottomarino nucleare armato di missili cruise. «Sarà la più massiccia concentrazione di potere marittimo a muoversi dal Regno Unito da una generazione», vanta il ministro della Difesa Ben Wallace.
Abbandonata l’Unione europea, il premier Johnson cerca il futuro nella regione indo-pacifica, almeno così scrive nel documento che definisce la politica estera e militare del dopo Brexit. «India, Giappone, Corea del Sud, Indonesia, Vietnam sono le nuove terre promesse, i mercati che dovranno rimpiazzare le perdite comunitarie». Per questo nei prossimi sei mesi la Queen Elizabeth si mostrerà in ben quaranta Paesi, in una crociera promozionale di 26 mila miglia. «La partenza della flotta rappresenta solo la mossa di apertura nella scacchiera del “Grande Gioco” asiatico», sottolinea Di Feo.
Il disegno è più ampio e mira in prospettiva a inserirsi nell’accordo Quad, il patto tra Stati Uniti, India, Australia e Giappone rianimato dal presidente Biden.
«Sarà un’operazione visibile ma irrilevante», censurano gli analisti. «Londra sogna di rendere stabile la sua “squadra asiatica”, magari costruendo una base in Giappone da aggiungere alle infrastrutture esistenti in Oman e a Singapore. Oggi però questi piani appaiono velleitari. Un ventennio di tagli ha ridotto la Royal Navy al minimo storico: dispone soltanto di 19 tra caccia e fregate mentre per i rinforzi promessi dal governo Johnson bisognerà aspettare il prossimo decennio».
La Cina che ha varato quaranta unità in un solo anno e adesso ne conta 360, più di quante ne schiera la stessa super dimensionata Us Navy. «Certo, i caccia F-35 della Queen Elizabeth sulla carta non hanno rivali e surclassano gli intercettori di Pechino». Ma gli inglesi ne hanno ancora pochi: nella missione solo 8 saranno britannici, gli altri 10 verranno “prestati” dai Marines statunitensi. Ma Londra cerca altri Alleati da esibire: per ora solo una fregata olandese. Bruxelles senza una forza armata e poca politica estera, conclude Di Feo, «e Londra vuole sfruttare questo vuoto per imporre un suo ruolo da leader».
«La squadra navale avrà un impatto modesto sul bilancio del potere in quella regione, ma lancerà un segnale diplomatico e politico importante».