
L’Ungheria di Orban, più creativa, s’è inventata l’aumento della spesa militare «come parte di un piano di stimolo in risposta alla Pandemia.
«Possiamo dire con certezza che la pandemia non ha avuto un impatto significativo sulla spesa militare globale nel 2020. Resta da vedere se i paesi manterranno o diminuiranno questi livelli durante il secondo anno di pandemia», spiega Diego Lopes da Silva, uno dei ricercatori del Sipri. Se la sua previsione, o l’auspicio, si avvererà lo vedremo tra un anno.
Chi ha speso di più in questo campo – sottolinea Diego Lopes da Silva, coautore del rapporto – sono sempre gli Stati Uniti, con un aumento del 4,4%, a 778 miliardi di dollari: il 39% della spesa globale. Tre anni di aumenti incoraggiati dalla presidenza Trump, anche se finora, osserva Da Silva – la nuova amministrazione Biden «non ha dato alcuna indicazione di tagliare le spese militari».
Dietro gli Stati Uniti figura la Cina, con il 13% della spesa militare globale
L’aumento della spesa militare è stato il più significativo dal 2009, la fase più acuta della crisi finanziaria ed economica globale. I cinque maggiori investitori nel 2020 – il 62% a livello mondiale – sono stati Stati uniti, India, Russia, Regno unito e Cina. La spesa militare di Pechino è cresciuta per il 26esimo anno consecutivo – 252 miliardi di dollari – ed è la seconda dopo quella degli Usa.
«La continua crescita della spesa cinese è in parte dovuta ai piani di espansione e modernizzazione militare a lungo termine del paese, in linea con il desiderio dichiarato di mettersi al passo con le altre principali potenze militari» aggiunge Sipri.
La pandemia non ha frenato neanche la spesa militare degli Stati Uniti che ha raggiunto circa 778 miliardi di dollari, pari a un aumento del 4,4% rispetto al 2019: il 39% di quella totale nel 2020. E 12 paesi della Nato hanno speso il 2% in più del loro Pil per le loro forze armate. La Francia, ‘ottavo spender a livello globale’, ha superato la soglia del 2% per la prima volta dal 2009.