Il complottismo demenziale di QAnon anche in Italia su spinta di Cina e Russia?
Il complottismo demenziale di QAnon anche in Italia su spinta di Cina e Russia?

Un report del Soufan Center di New York svela che Russia e Cina alimenterebbero la propaganda social dell’inverosimile e spesso demenziale ‘complotto QAnon’. Francesco Bechis, su ‘Le Formiche’, ha sentito Arije Antinori, professore di Criminologia e Sociologia della Devianza alla Sapienza di Roma, sulla nuova rabbia sociale originata spesso da bugie anche assurde. Cosa rischia l’Italia se non controlla la nuova rabbia sociale

Cina e Russia soffiano su QAnon?

«C’è anche lo zampino di Russia e Cina dietro il fenomeno QAnon in America. Lo denuncia un report del Soufan Center, centro di ricerca sulla sicurezza nazionale a New York, che denuncia la teoria complottista divenuta “una minaccia terroristica”». Ed esce fuori che ci sono anche attori “esterni” a soffiare sul fuoco. «Su 166.820 post di Facebook legati a QAnon analizzati fra il gennaio 2020 e la fine di febbraio 2021, un quinto è stato originato al di fuori degli Stati Uniti. Di questi, quasi la metà, il 44% da parte di IP in Russia».
Ma tra gennaio e febbraio di quest’anno il trend si è invertito: «Il 58% di questi contenuti è stato originato in Cina».

Cos’è QAnnon

QAnon è una teoria del complotto di estrema destra secondo la quale esisterebbe un’ipotetica trama segreta organizzata da alcuni poteri occulti collusi con reti di pedofilia a livello globale. Anche in Italia.

Perché Mosca e Pechino?

Perché Mosca e Pechino soffiano sul complottismo sovversivo negli Stati Uniti, e qual è la lezione da cogliere per un’Italia alle prese con una rabbia sociale crescente?
Arije Antinori, professore di Criminologia e Sociologia della Devianza alla Sapienza di Roma, interpellato da Francesco Bechis, fornisce alcune risposte.
Si parte da un vizio americano, esercito ai massimi livelli. Dalla Casa Bianca addirittura, anche se da un noto conta frottole quale è stato Donald Trump. «Un anno fa, negli Stati Uniti, la Cina è diventata target di una campagna propagandistica sulla pandemia. Ricordiamo tutti espressioni, prese in prestito da Donald Trump, come “kung-flu” o “chinese-flu”, o ancora la teoria del laboratorio cinese. Un’escalation che ha favorito una serie di reazioni, non solo verbali, contro la comunità asiatica».

Golpisti di casa, QAnon e non solo

Oppure alcuni degli slogans dei ‘patriots’ trumpiani, con le accuse a Joe Biden, di favorire una campagna di conquista cinese degli Stati Uniti. Poi, l’esempio più grave.
«A dicembre, un mese dopo le elezioni (con Trump che cerca ancora di ribaltare il risultato), un’intervista dell’ex consigliere alla Sicurezza Micheal Flynn, da sempre sostenitore dell’ «hybrid warfare memetico» (la minaccia ibrida fatta di potenzia militare e spinte destrabilizzatrici interne), sostiene che Trump dovrebbe chiedere alle forze armate di sovvertire il risultato elettorale».

Micheal Flynn

«Golpista di casa per poco Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa con Trump, che rimbalza la proposta eversiva su twitter con l’hashtag #crosstheRubicon (attraversa il Rubicone). È la codificazione, nella retorica QAnon, della strategia politico-militare rivolta a due nemici. Uno interno, il Deep State. L’altro esterno…»

Perché la Cina

«Una puntata del podcast cospirazionista “Hal Turner Radio Show” sulle scosse sismiche nel Maine del 9 dicembre. Non sono dovute a un terremoto, dice lo speaker, ma a un bombardamento dell’aviazione americana contro un esercito nascosto di 50.000 soldati cinesi. Su Twitter e Facebook gli account legati a QAnon iniziano a diffondere la notizia, “siamo alla vigilia di una Terza Guerra Mondiale”?».
Troppo scemo per essere credibile? L’assalto eversivo al congresso per impedire le nomina di Biden vincente, aveva forse motivazioni più solide e razionali?

La Cina bersaglio rimbalza la bugia contro chi l’ha lanciata

Cosa guadagna Pechino dalla diffusione di quelle vecchia montature? Restituisce e moltiplica. «La polarizzazione del sistema politico americano, la sovversione delle istituzioni, la frattura della fiducia nel governo e nelle autorità. In poche parole: la messa in discussione della stessa architettura del sistema politico americano. Per questo ha deciso di ‘weaponizzare’ (moltiplicare, disseminazione orizzontale, amplificazione globale digimediale), la campagna cospirazionistica».

Il report Sufan apre uno spaccato su Facebook

Sappiamo che in Cina il social network è off limits. Lo è per gli utenti semplici, ma chi vuole e sa, può operare sulla piattaforma dall’esterno. È successo in questo caso, con la traduzione in cinese e il rimbalzo di migliaia di post dell’infosfera QAnon. «La Cina si è accorta che la narrazione complottista ha coinvolto anche la politica estera americana agitando una minaccia militare sul territorio statunitense. E ne ha colto il potenziale in termini di ‘disruption’ del dibattito politico». Chi di frottola e montature colpisce, con le stesse armi rischia di perire.

Anche la Russia, svela il report, ha usato QAnon

«La Russia ha un’esperienza più consolidata, ha teorizzato per prima la guerra ibrida. Fa leva su una serie di hacker centralizzati che fanno capo a strutture informative delle agenzie dei Servizi. La Cina, però, ha un vantaggio competitivo nella guerra informativa. Dal 2010, con la ristrutturazione del comparto cyber dell’esercito, ha dichiarato apertamente un nuovo corso strategico. E ora è in grado di organizzare campagne di disinformazione di medio-lungo termine, con un’ampiezza d’onda che supera di gran lunga quelle russe».

L’Italia e alcune violenza irrazionali di piazza

Veniamo all’Italia. Anche qui il governo è alle prese con una preoccupante ondata di risentimento sociale che più volte è sfociato in episodi di violenza. C’è il rischio, come con QAnon, di una regia estera? Chiede Bechis.
«Ovviamente non si può importare tout court un fenomeno da un continente all’altro. Il cospirazionismo americano, e in particolare quello di QAnon, si basa su una matrice religiosa forte che qui non esiste. I movimenti in Italia da un lato sono collettori politici del dissenso dal basso, dall’altro possono costituire punti di ancoraggio per chi ha una capacità ‘misinformativa’». Detta in maniera meno colta, gli italiani anche meno attrezzati culturalmente, sono un po’ meno abbindolabili, ma la minaccia c’è, e anche qualche esempio nei fatti. ‘Cybersecurity’ per la protezione delle infrastrutture critiche, e formazione e cultura a difendere «l’infrastruttura umana», ammonisce il professor Antionori.

Russia e Cina e la rabbia sociale in Italia

Chi fra Russia e Cina trarrebbe maggior vantaggio se la rabbia sociale italiana attraversasse a sconvolgesse l’Italia? Risposta geopolitica. «La Russia. Non solo per la sua vicinanza, ma per una più generale tensione presente oggi fra il fronte europeo e della Nato e quello russo che è evidente nella guerra di intelligence e nell’escalation militare nei Balcani e in Ucraina. Indebolire un Paese europeo con una proiezione nel Mediterraneo e una capacità di influenza dell’Alleanza atlantica è ancora un obiettivo prioritario».

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AVEVAMO DETTO

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