I reduci della Siria dietro il jihad asiatico
Jihad in Asia, quei 1200 reduci dalla Siria

Jihad in Asia, quei 1200 reduci da Iraq e Siria originari del Sud-est asiatico ora di ritorno. Terrorismo anti occidentale e anti cristiano. Con la nascita di una “Wilaya India”, gli eredi di al-Baghdadi si espandono spesso coinvolgendo nelle azioni mogli e figli. «Jihadismo family style» lo chiama Camille Eid, studiosa e giornalista libanese, residente in Italia dove collabora in particolare con il quotidiano Avvenire.
Oltre 1.200 combattenti originari del Sud-est asiatico andati in Iraq e Siria era costituita da indonesiani.

«Jihadismo family style»

I nuovi estremismi

L’attentato della Domenica del Palme contro la cattedrale di Makassar, nella provincia indonesiana del Sulawesi meridionale, ha riacceso i riflettori sul fenomeno jihadista in Asia. «Jihadismo family style», lo chiama Camille Eid, visto che coinvolge anche donne e bambini dello stesso nucleo familiare. L’attentato di Makassar era stato condotto da due giovani coniugi, arrivati sul luogo in motocicletta prima di far esplodere una pentola a pressione imbottita di esplosivo.

Il dopo Daesh

Il crollo militare del Daesh e la morte del suo leader, Abu Bakr al-Baghdadi nell’ottobre 2019 hanno avuto conseguenze anche per il continente asiatico. Prima, il rientro in patria dei jihadisti partiti per il Medio Oriente. Oltre 1.200 combattenti originari del Sud-est asiatico andati in Iraq e Siria era costituita da indonesiani. L’esperienza bellica di questi ha incrementato l’influenza del Daesh in una vasta area fino ad allora dominata dai gruppi radicali affiliati ad al-Qaeda.

La nuova militanza jihadista

«E l’ago della militanza jihadista si è spostato ora a favore dei gruppi affiliati o vicini al Daesh, come Jamaah Ansharut Daulah ( Jad) e Mujahidin Indonesia Timur (Mit), responsabili dei 13 attentati avvenuti dal 2016 a oggi nel Paese». Crescente preoccupazione anche in India. Con la nascita, nel maggio 2019, di una «Wilaya dell’India», il Daesh ha potuto inoltre inserirsi nel groviglio jihadista del Kashmir, da decenni al centro di una disputa territoriale tra India e Pakistan, «come sta ultimamente cercando di strumentalizzare la questione dei profughi Rohingya, fuggiti dal Myanmar».

Tra repressione e Covid

L’unico dato positivo sembra riguardare la Malaysia, dove gli arresti di sospetti terroristi sono calati dai 72 del 2019 ai 7 dello scorso anno. Più repressione o più pandemia? Secondo il South Asia Terrorism Portal, il Pakistan ha registrato 319 incidenti legati al terrorismo nel 2020 con 169 morti civili (4.000 attentati e 2.700 morti nel 2013). Colpiti i Tehrik-e-Taliban Pakistan ( Ttp) , responsabili della maggior parte delle vittime civili e militari dal 2007, anno in cui il Ttp si era formata come coalizione di vari gruppi radicali.

Sri Lanka

Il governo di Colombo ha colpito il gruppo National Thawheed Jamaath (Ntj), responsabile degli attacchi della domenica di Pasqua del 21 aprile 2019 contro tre chiese e quattro alberghi di lusso del Paese, in cui 259 persone sono state uccise e altre 500 ferite. Catturato e sotto processo Mohamed Naufar, il «secondo emiro» del gruppo “Daesh in Sri Lanka”; Mohamed Anwar Mohamed Riskan, che ha fabbricato gli ordigni esplosivi improvvisati ; e Ahamed Milhan Hayathu Mohamed, che ha ucciso un agente di polizia per ottenere così un’arma da fuoco da utilizzata nell’azione.

Bangladesh

Il 26 marzo scorso, centinaia di musulmani radicali hanno attaccato i templi indù nella città di Brahmanbaria in segno di protesta contro la visita nel Paese del primo ministro indiano Narendra Modi, giunto a Dacca per le celebrazioni del 50esimo anniversario dell’indipendenza del Bangladesh. Almeno dieci le persone uccise negli scontri do gruppi islamisti che accusano Modi di discriminare la minoranza musulmana dell’India. Le proteste sono state del gruppo radicale Hefazat-e-Islam.

Indonesia

Tra i gruppi radicali emergenti nel Paese, la Jamaah Ansharut Daulah ( Jad), affiliata ad al-Qaeda, responsabile di una quindicina di attentati contro chiese e altri obiettivi. Secondo analisti d’intelligence la Jemaah conterebbe ormai su almeno 6.000 membri ben armati distribuiti in punti strategici tra Giava, Sumatra e Sulawesi.

Filippine

Il Jad è responsabile di altri attentati nelle Filippine. Il doppio attentato suicida contro la Cattedrale di Nostra Signora del Monte Carmelo a Jolo, il 27 gennaio 2019, con venti morti e 102 feriti. In precedenza, fu il gruppo Maute a rappresentare la filiale locale del Daesh, insieme alla fazione Basilan del gruppo Abu Sayyaf, protagonisti della lunga occupazione della città di Marawi (foto di copertina), isola di Mindanao, impegnando l’esercito in un assedio dal maggio 2017 all’ottobre del 2019.

Tags: ASIA Jihadismo
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