Irlanda del Nord, la nuova vittima di Boris Johnson
Irlanda del Nord, la nuova vittima di Boris Johnson

23 anni la pace in Irlanda del Nord, dopo una guerra civile lunga trent’anni nella quale sono morte 3.700 persone. Ma dal 2 aprile per le strade di Belfast gruppi violenti di giovani si attaccano a vicenda, protestanti contro cattolici. «Ed è tutta colpa di Boris Johnson», denuncia Gwynne Dyer, canadese di Londra ripreso da Internazionale.
«Il primo ministro britannico all’epoca non ne aveva parlato, ma la sua campagna per liberare il Regno Unito dalle grinfie dell’Unione europea (la Brexit) è stata solo la prima fase del suo piano. La fase due è liberare l’Inghilterra dalle grinfie del Regno Unito».

«Boris Johnson, solvente universale»

Il Boris Brexit svelato

Nel 2016 una stretta maggioranza degli inglesi aveva votato sì al referendum per lasciare l’Unione europea, ma sia la Scozia sia l’Irlanda del Nord avevano ampiamente votato per restare. E quindi ‘fase due’ della trama occulta di Boris e brexiters inglesi: costringere sia l’Irlanda del Nord sia la Scozia a scegliere tra Inghilterra ed Europa. Anche a costo, se non addirittura con l’aiuto di un po’ di guerra di ritorno in casa.

Basta Regno Unito, solo Inglesi

Basta Regno Unito, con scomodi vicini sotto la stessa corona.

«Per la Scozia è una scelta semplice. Come nazione di cinque milioni di abitanti, senza grandi traumi storici o nemici, sarebbe probabilmente la benvenuta se volesse rientrare nell’Ue. Se lo Scottish national party (Snp) otterrà la maggioranza nelle elezioni locali di maggio, la sua leader, Nicola Sturgeon, promette di tenere un secondo referendum sull’indipendenza “nella prima metà della prossima legislatura scozzese”», spiega Dyer.

Due processi pacifici, l’altro no

«Molti scozzesi sono profondamente risentiti per essere stati trascinati fuori dall’Ue dagli inglesi, ma molti sarebbero anche scontenti di trovarsi una frontiera con l’Inghilterra. Qualunque cosa accada, sarebbe tuttavia un processo del tutto pacifico». Galles 750 anni dopo che gli inglesi l’hanno conquistato: «Plaid Cymru, il partito nazionalista gallese, promette un referendum sull’indipendenza entro il 2026 se vincerà le elezioni del mese prossimo. Boris farà tabula rasa?»

Non così per l’Irlanda del Nord

«La “Norn Iron”, come la chiamano lì, è stata creata esattamente un secolo fa su richiesta della maggioranza protestante locale, mentre il resto dell’isola ottenne la sua indipendenza come Repubblica d’Irlanda (principalmente cattolica). Da allora l’Irlanda del Nord è stata una nota dolente, con la sua minoranza cattolica che ha sempre aspirato a riunirsi con la repubblica».

Memoria d’Ira

L’Esercito repubblicano irlandese, l’Ira, il principale strumento di quel desiderio di riunificazione con la Repubblica d’Irlanda, ha condotto una lunga lotta armata contro i protestanti locali e il governo britannico., I troubles, le violenze cominciate alla fine degli anni sessanta si sono concluse il 10 aprile 1998 con l’accordo di pace del venerdì santo.

Sfortunatamente, la Brexit e Johnson lo hanno reso vano.

Le colpe della Brexit

L’accordo aveva imposto la condivisione del potere tra i partiti politici del nord, protestanti e cattolici, abolendo i controlli al confine tra le due Irlande. «Ha funzionato perché la maggior parte delle persone era stanca di omicidi senza fine e perché l’accordo ha rimosso alcuni importanti fattori che infastidivano i cattolici, in particolare il confine “duro”, ma soprattutto perché il più alto tasso di natalità cattolico avrebbe portato il nord ad avere alla fine una maggioranza cattolica, e a quel punto la riunificazione sarebbe avvenuta attraverso un voto pacifico».

Brexit fine del vecchio progetto

La Brexit ha segnato la fine di tutto questo col ritorno, in qualche forma, del confine tre le due Irlanda. Stabilire i nuovi controlli sulle merci e sull’immigrazione nel posto più ovvio, al confine tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda, avrebbe fatto naufragare l’accordo del venerdì santo e probabilmente sarebbero ricominciati gli attentati e le sparatorie dell’Ira. E qui la lettura irrituale dei fatti da parte Gwynne Dyer:

«Johnson l’ha fatta in barba ai protestanti, spostando il nuovo confine nel mare d’Irlanda, tra la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord».

Irlanda del Nord di fatto ancora Ue

Ai fini pratici, l’Irlanda del Nord è ancora nell’Ue, con un confine doganale con il resto del Regno Unito. Il prezzo dell’accordo sulla Brexit con l’Ue. «Ma per rinviare la rivolta dei lealisti (i protestanti nordirlandesi) contro il nuovo confine, Johnson ha mentito e ha detto che non avrebbe funzionato come una frontiera. Non ci sarebbero stati controlli doganali, niente scartoffie, niente del genere – e quei creduloni gli hanno dato retta. Ora si sono svegliati».

Boris bugiardo e lealisti furiosi

«Ora le milizie lealiste stanno ricominciando la guerra nelle strade, attaccando i cattolici nella speranza di evitare di scivolare verso la repubblica. Prima che tutto sia finito molte persone potrebbero morire, ma la scivolata probabilmente ora è inarrestabile. E Johnson non si getterà certamente in un fosso per fermarla».

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