L’Irlanda del Nord torna a bruciare: unionisti contro Sinn Fein e Brexit
L’Irlanda del Nord torna a bruciare: unionisti contro nazionalisti e Brexit

Sesta notte di disordini in Irlanda del Nord, bus dirottato e incendiato a Belfast. Tensione alle stelle a causa della Brexit con gli unionisti più radicali che da giorni si stanno scontrando con la polizia, protestando contro i controlli sulle merci in arrivo dalla Gran Bretagna .

Gli accordi Brexit, per preservare una fragile pace nel territorio prevenendo un confine duro con l’Irlanda, membro dell’Ue, spostano i checkpoint dei controlli doganali per le merci in arrivo dalla Gran Bretagna ai porti dell’Irlanda del Nord. Ma gli unionisti sostengono che così si irrigidiscono i legami col Regno Unito.

 Belfast, tensione alle stelle

Sesta notte di violenze a Belfast, nell’Irlanda del Nord, dove un bus è stato dirottato e dato alle fiamme nella parte occidentale della città. La polizia ha chiesto alla popolazione di evitare la zona e alle «persone che hanno influenza di usarla per riportare la calma». C’è un crescente malcontento tra le fazioni unioniste filo-britanniche nell’Irlanda del Nord per gli accordi legati all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Gli accordi mirano a preservare una fragile pace nel territorio prevenendo un confine duro con l’Irlanda, membro dell’Ue. Il protocollo attuativo della Brexit elimina la necessità di controlli doganali al confine con l’Irlanda spostando i checkpoint per le merci in arrivo dalla Gran Bretagna continentale ai porti dell’Irlanda del Nord.

Fantasmi di guerra civile

Ad alimentare la tensione, la scorsa settimana, è stata anche la decisione di non perseguire 24 membri dello Sinn Fein, il partito repubblicano cattolico un tempo contiguo all’Ira, che avevano partecipato al funerale dell’uomo-simbolo del partito, Bobby Storey, in palese violazione alle restrizioni imposte dalla pandemia di Covid. Il pericolo che lo scontro tra cattolici e protestati, sopito dall’accordo del 1998 del Venerdì Santo che ha posto fine alle violenze nelle Sei Contee, possa riprendere è una delle maggiori preoccupazioni dei politici. Lunedì sera una banda di lealisti col volto coperto ha marciato per le strade di Portadown, suonando tamburi e sventolando bandiere, un atto condannato dal deputato del partito cattolico Sinn Féin, John O’Dowd, secondo cui la marcia aveva lo scopo di intimidire la comunità locale.

Falls road, confine cattolici protestanti

Le nuove violenze si sono verificate nelle vicinanze di Shankill road, nel settore occidentale di Belfast, vicino a un «muro della pace» -ossimoro terribile- che divide la comunità protestante da quella cattolica dell’area di Falls road. Il muro è una delle tante barriere costruite durante i “Troubles”, i trent’anni di violenze che hanno insanguinato l’Irlanda fino agli accordi di pace del “Venerdì Santo” del 1998.

La leader del Dup, il partito unionista nordirlandese, Arlene Foster, ha scritto su Twitter che simili azioni «non rappresentano l’unionismo», ma ha poi  attaccare i rivali del Sinn Fein, definendoli  «veri fuorilegge».

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AVEVAMO DETTO

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