
Incertezza assoluta sul prossimo futuro del Paese, con Bolsonaro ormai isolato anche dalle formazioni della destra più reazionaria che lo avevano portato al potere.
Bolsonaro lunedì aveva annunciato un maxi-rimpasto dietro pressione dell’ala più moderata della coalizione di governo. A farne le spese sei dei 23 ministri, tra cui il responsabile degli Esteri e appunto quello della Difesa, il generale Fernando Azevedo e Silva, che fin dall’inizio della pandemia aveva criticato la gestione sanitaria e la molto tardiva operazione vaccini, reclamando un diverso utilizzo dei militari nell’emergenza.
Poi l’eclatante gesto di Edson Pujol, capo dell’esercito, di Iilques Barbosa Junior (marina) e di Antonio Carlos Moretti Bermudez (aeronautica), ha spinto il Parlamento a convocare d’urgenza il neoministro della Difesa, Walter Braga Netto.
Nel corso della riunione con Braga Netto, avrebbero dichiarato di non voler appoggiare «avventure golpiste del presidente».
«Ora non sarà facile usare le forze armate per un autogolpe», lasciando intendere che forse questa era una delle opzioni nell’agenda di Bolsonaro.
Di fatto il presidente Bolsonaro si circonda dei fedelissimi, solo di quelli disposti a seguire i suoi ordini, nella speranza di salvarsi, e non solo politicamente. «Il Brasile è diventato l’epicentro mondiale della pandemia. Ogni ora muoiono 100 persone», segnala Daniele Mastrogiacomo, e ormai, il negazionismo strafottente del presidente è beffa e offesa ai lutti che ormai colpiscono tutte le famiglie brasiliane. Si muore di Covi e in alcune aree più abbandonare dell’enorme Paese, anche di fame. «Il real è crollato assieme alla Borsa. Quasi 2000 imprenditori hanno lanciato un appello chiedendo al governo un cambio di rotta. Il blocco centrista, quello che sostiene il presidente, ha alzato la voce».
E Bolsonaro stringe le fila per restare in sella ed evitare le 50 richieste di impeachment