
L’Ever Given, una enorme porta containers lunga 400 metri, larga 60, alta a pieno carico come un palazzo di 20 piani. La nave si è arenata per il forte vento nel secondo ramo del canale aperto nel 2015: in coda ora ci sono centinaia di navi.
Con le catene di approvvigionamento già sotto stress, la meganave ha letteralmente bloccato una delle principali rotte del commercio mondiale, avverto allarmati gli specialisti.
I ritardi rischiano di innescare un effetto a catena anche sulle altre principali rotte commerciali, Europa per prima. Una delle conseguenze più probabili, sarà quella di dirottare le navi e i loro carichi diretti ai porti europei sull’antica rotta del Capo di Buona Speranza a superare l’Africa
La Russia ha approfittato dell’ingorgo della rotta egiziana per riproporre il passaggio davanti alle coste della Siberia come rotta rivale a quella che passa da Suez.
Le perdite del Canale di Suez a causa dell’interruzione della navigazione hanno già raggiunto i cento milioni di dollari –precisa Claudio Paudice sull’HuffPost- «E ciò si aggiunge a quello che il Canale pagherà come indennizzo alle navi rimaste bloccate alle imboccature a nord e sud di Suez», ha fatto sapere l’Authority che gestisce la grande via d’acqua egiziana
Il blocco del Canale di Suez è un grave problema per l’Egitto, che lo controlla, e per cui il Canale è una fondamentale fonte di reddito nazionale, ma è un problema grosso, molto più di quello che appare ora, anche per l’Economia europea e quella di casa. Il Canale garantisce ancora oggi quasi il 7 per cento del traffico mercantile mondiale, e per le sue acque passa il 12 per cento di tutte le merci del mondo.
L’Authority del canale, che incassa quasi sei miliardi di dollari l’anno, ha ammesso di aver cominciato a perdere cento milioni di dollari al giorno senza contare gli indennizzi che saranno dovuti agli armatori.
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