Cina-Russia contro Ue-Usa: il gelo «paralizzerà» l’Onu
Cina-Russia contro Ue-Usa: il gelo «paralizzerà» l’Onu

Chiesto un Consiglio di sicurezza urgente per gli «attacchi dall’Occidente». Il ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov e il collega cinese Wang Yi , ieri a Guilin in Cina. La Nato: «le azioni di Mosca sono minacce». Biden domani in collegamento con il Consiglio Europeo per ricostruire l’alleanza, gasdotti permettendo

Il segretario di Stato Usa, Tony Blinken al vertice Nato di ieri

Due mesi di Biden, alleanze mondiali sottosopra 

«In soli due mesi dall’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca, le alleanze mondiali si sono ridisegnate, tornando all’assetto storicamente consolidato di Est contro Ovest», segnala Elena Molinari da New York su Avvenire. Nuova tolleranza zero della Casa Bianca nei confronti delle violazioni vero o presunte  di Russia e Cina a un ordine internazionale che Mosca e Pechino contestano,« pronte a indurire le loro posizioni e a formare un asse in funzione anti-occidentale». Tra qualche accusa personale di troppo, quel Putin ritenuto killer da Biden, scambi aspri di accuse in Alaska, e di sanzioni, e convocazioni reciproche degli ambasciatori, negli ultimi giorni si è instaurato un clima da guerra fredda.

Usa-Europa contro Cina-Russia

Usa ed Europa contro «le entità «destabilizzanti» di Russia e Cina, come sostiene la Nato. Accelerazione Usa nei confronti di Mosca e Pechino, «dopo quattro anni in cui, a parte l’imposizione di dazi commerciali, Trump ha permesso ai due Paesi di espandersi liberamente».  Atto d’accusa e assieme giustificazione alla svolta Biden. «Tanto che ora la stessa Ue, pur schierandosi al fianco di Biden, è cauta nel voltare le spalle all’Est: che sia il gas russo o le importazioni cinesi».

Cina e Russia non ci stanno

Cina e Russia  non gradiscono e si sono subito organizzate tra loro. E ieri hanno chiesto un vertice dei componenti permanenti del Consiglio di sicurezza per affrontare «questa fase di turbolenza politica». Messaggio chiaro, deciso ai massimi livelli. L’incontro nel Sud della Cina, tra rispettivi ministri degli Esteri, Wang Yi e Sergeij Lavrov. «È necessario stabilire un dialogo sui modi per risolvere i problemi comuni dell’umanità nell’interesse del mantenimento della stabilità globale», spiegano i due colleghi orientali, rivolgendosi al neo segretario di Stati Usa senza mai nominarlo.

Un asse in funzione anti-occidentale

Botta e risposta con rilancio. Le sanzioni decise da Ue, Usa, Gran Bretagna e Canada contro  funzionari cinesi per la persecuzione dei musulmani uighuri nella regione dello Xinjiang. Con Pechino che ha restituito  analoghe misure contro una decina di personalità europee, tra cui cinque europarlamentari e ha convocato l’ambasciatore Ue, Nicolas Chapuis, per esprimere le sue rimostranze. Azione in parallelo di Mosca che interrompe i suoi rapporti con l’Ue e accusa gli Usa di «affidarsi alle alleanze politico-militari della Guerra fredda». E la Francia che convoca l’ambasciatore cinese e incassa un ‘no, grazie’, almeno in prima battuta.

Carambola tra diplomazie e interessi

E i ministri degli Esteri della Nato, riuniti ieri a Bruxelles, sino presi in contropiede, costretti a replicare a caldo nonostante le molte differenza interne in casa europea . «Le azioni aggressive della Russia costituiscono una minaccia per la sicurezza euro-atlantica – si legge nel comunicato finale –. Poteri assertivi e autoritari sfidano l’ordine internazionale anche attraverso minacce ibride e cibernetiche». Sempre da Bruxelles, il segretario di Stato Usa, Tony Blinken -reduce dal teso summit con la Cina in Alaska- ha ribadito la forte opposizione Usa al gasdotto Nord Stream 2, che la Germania sta ultimando con la Russia.

North Stream 2, il tubo della discordia

Lungo i 1.200 km del gasdotto Nord Stream 2 non corrono solamente i 55 miliardi di metri cubi di gas che, ogni anno, dovrebbero arrivare dalla Russia alla Germania, passando per il Mal Baltico, ma anche la credibilità dell’Unione europea di fronte all’aut aut -o con noi o contro- della nuova amministrazione Usa. Il gasdotto già costato una montagna di soldi verrà sicuramente completato. E si discuterà sul come a quanto utilizzarlo. Su come ripagare l’Ucraina tagliata fuori e l’addio al carbone dell’est europeo.

E Biden, che ha declinato l’invito di Putin a un colloquio telefonico, ha accettato di intervenire in videoconferenza al Consiglio Ue di domani per «ricostruire l’alleanza» transatlantica.

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