
A pochi giorni da quella di Atlanta, un’altra sparatoria senza senso su bersagli a casaccio insanguina l’America e riaccende l’annoso dibattito sulle armi. Spingendo Joe Biden a premere sul Congresso perché approvi “misure di buon senso”, come le due leggi già passate alla Camera per rafforzare i controlli di background sugli acquirenti.
L’ultima strage è avvenuta al supermarket King Soopers di Boulder, 50 km da Denver, la capitale del Colorado, dove sono morte 10 persone, compreso un poliziotto. È quella col bilancio di vittime peggiore dalla sparatoria del 2019 in un altro supermercato, a El Paso (Texas), dove il 21enne Patrick Crusius uccise 23 clienti nella sua crociata contro i messicani.
La polizia ha arrestato e identificato il presunto autore, Ahmad Al Aliwi Alissa, anche lui 21enne. Ha agito da solo ma gli investigatori stanno scavando sul suo passato e non hanno ancora accertato il movente. E’ nato in Siria ma ha vissuto gran parte della sua vita negli Usa. Era noto all’Fbi perché legato ad un individuo sotto indagine degli agenti federali. I suoi familiari hanno detto che il giovane soffre di qualche disturbo mentale, cosa che non gli ha impedito di comprarsi un piccolo arsenale.
Aveva un fucile semiautomatico Ar-15, una delle armi più usate nelle sparatorie di massa americane, acquistato solo sei giorni fa, ma con molte altre armi a casa. Un introverso violento della porta accanto, come lo hanno definito in molti.
Un giudice aveva appena cancellato le restrizioni sulla vendita di fucili d’assalto come quello che imbracciava Ahmad Al Aliwi Alissa, stragista di 21 anni.
Due tragedia ravvicinate ad aumentare la pressione su Biden e sulla sua promessa elettorale di un giro di vite contro le armi. Per questo il presidente ha parlato alla nazione, promettendo di usare «tutte le risorse a mia disposizione per la sicurezza degli americani” e sollecitando il Congresso ad agire subito». Misure di semplice buon senso subito, proponendo anche il divieto delle armi d’assalto e dei caricatori ad alta capacità.
Ma i repubblicani promettono battaglia al Senato e solo pochi di loro sono disposti a modifiche le leggi permissive esistenti, sostenute dalla sospettabilissima lobby della National Rifle Association, la NRA. Per questo, ha fatto sapere la Casa Bianca, il presidente sta considerando una serie di ordini esecutivi in aggiunta alle proposte di legge già esistenti al Congresso.
«Il talento hollywoodiano per la glorificazione ha avvolto la Nazione Americana con un velo mitico che distrae gli sguardi da ogni dettaglio dissonante», denuncia Gianni Bulgari su Repubblica, ponendo il quesito chiave:
«Il dettato del secondo emendamento della Costituzione americana sancisce il diritto di ogni cittadino ad essere armato: la domanda ovvia è: “Per farci che?”».
All’epoca dei Padri Fondatori la Nazione, l’uso delle armi da parte dei colonizzatori contro i nativi era comprensibile, anche se crudele e non epico od eroico come falsificato da Hollywood. Ma adesso? Forse meno decantate ma più radicata anche se nascosta, la paura ereditata dalla guerra di secessione e da quei 750.000 morti. «La guerra civile ha lasciato ferite che non si sono più rimarginate. Ogni disponibilità del popolo a cedere le armi svanì definitivamente».
Altra considerazione storico politica: «Il popolo americano che non ha mai respirato l’aria dell’Illuminismo, ha perpetuato uno spirito colonialista in cui la violenza era parte di una cultura irrinunciabile che viviamo ancora oggi nella filmografia hollywoodiana». «Una libertà in odore di anarchia e un fondamentalismo di mercato sono presenti, con varie sfumature, in tutto l’arcobaleno americano che va dalla destra estrema fino alla sinistra»
«Il Governo non è la soluzione, ma è il problema diceva Reagan rispecchiando una diffusa insofferenza verso l’autorità statuale accettata dagli Americani “obtorto collo”». Poi venne Trump e fu il peggio del peggio.
Gli Stati Disuniti d’America (copyright Time) sono finiti in bilico tra il paradiso del futuro e la barbarie di un passato irrisolto che costa alla Nazione 32.000 vittime all’anno, una specie di guerra civile permanente.