
Germania in piena terza ondata da coronavirus, e ormai a 95,6 infetti ogni 100mila abitanti negli ultimi sette giorni, e una campagna vaccinale ancora lenta, neanche il 9% ha ricevuto la prima dose e un altro 3,5% la seconda, Angela Merkel è decisa a tutto. E dopo avere sventolato da sempre la bandiera europea per i vaccini, ora è pronta giocarsi la carta russa anche a costo di rompere l’unità Ue, segnala Tonia Mastrobuoni su Repubblica.
Mario Draghi sta con lei: coordinamento europeo come prima strada, altrimenti si fa in maniera diversa. Anche su Sputnik, a maggior ragione. «Anche noi siamo pronti a fare da soli sul vaccino russo», dice il premier rispondendo alle domande dei cronisti nella sua prima conferenza stampa da quando è a Palazzo Chigi. «Bisogna essere pratici, si cerca di stare insieme ma qui si tratta della salute, se il coordinamento europeo funziona bisogna seguirlo, se non funziona bisogna andare per conto proprio».
«Si tratta di affrontare una economia in stato di emergenza, il tempo delle grandi scelte economiche appartiene alla normalità e spero che arrivi presto ma ora non c’è – dice il premier – Il mancato rispetto degli accordi va punito». «Il coordinamento europeo è la prima strada da cercare sui vaccini. Se l’Ue prosegue su Sputnik bene, sennò si possono vedere altre strade».
E ora il fronte vaccini sfida proprio gli Stati Uniti, il partner privilegiato che Bruxelles dice di aver scelto per vincere la sfida del covid.