Regeni e Zaky, risoluzione Onu contro l'Egitto, firma anche Usa
Regeni e Zaky, risoluzione Onu contro l’Egitto, firma anche Usa

Il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, in una dichiarazione congiunta di 31 Paesi inclusi Italia e Stati Uniti, chiede di porre fine alle persecuzioni, carcerazione preventiva a proroga costante contro Patrick Zaky. Il Cairo: «Siamo sorpresi». Facce da sfinge e peggio. Pandemia Covis, vaccini a pagamento perché mancano i soldi, tutti spesi a comprare armi (terzo paese importatore al mondo).

Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite

Dichiarazione di «profonda preoccupazione per i diritti umani in Egitto», rilasciata ieri  a Ginevra dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite.  31 Paesi firmatari, inclusi gli Stati Uniti e l’Italia, chiedono al Paese di Al Sisi di «porre fine alla persecuzione di attivisti, giornalisti e oppositori politici, e il loro immediato rilascio». Il generale-presidente Abdel Fatah al-Sisi, al potere ormai da 7 anni, non gradisce.

Legge antiterrorismo contro il dissenso

A preoccupare i governi è «l’applicazione delle leggi sull’anti-terrorismo contro dissidenti pacifici ma anche contro attivisti per i diritti umani, persone lgbtq, giornalisti, politici e avvocati». Poi il tentativo di sollecitare la vanità del nuovo faraone,  «Riconoscendo l’importante ruolo svolto dall’Egitto nella questione migratoria e nel contrasto al terrorismo nella regione». Perorazione finale: «Chiediamo all’Egitto di garantire spazio alla società civile – inclusi i difensori dei diritti umani – affinché nessuno lavori più nella paura di subire minacce, arresti, detenzione o altre forme di repressione».

Basta vergogna Zaky

È stato chiesto in particolare di rimuovere il divieto di viaggio e il congelamento dei beni a questi soggetti, «incluso lo staff dell’Eipr, l’Egyptian Initiative for personal rights», la ong di cui da parte Patrick Zaky, lo studente dell’università di Bologna, ancora detenuto in un carcere egiziano,  che negli ultimi mesi ha assistito all’arresto di vari dirigenti e collaboratori.

Un alleato imbarazzante

L’Egitto è un grande alleato degli Stati Uniti, ma la nuova Amministrazione Usa aveva promesso di non tacere di fronte alla violazione dei diritti umani e all’abuso della legalità, e questo è un segnale.  «Sette anni (Al Sisi è salito al potere nel 2013) che il Consiglio Onu tace  sull’Egitto, mentre a situazione è degenerata notevolmente», ha commentato Amnesty International con Reuters. «Siano arrivati a un punto in cui è in gioco la sopravvivenza del movimento dei diritti umani in Egitto».

L’Egitto ha risposto con «sorpresa e grande disapprovazione», attraverso le parole del suo ministro degli Esteri.

Facce da sfinge e peggio

Il 7 febbraio è stato un anno dall’incarcerazione. Patrick George Zaki, 27 anni, è iscritto ad un master internazionale all’università di Bologna ed è attivista presso l’Iniziativa egiziana per i diritti personali. Lo scorso novembre, tre dirigenti dell’organizzazione, da più di 18 anni in prima linea sui diritti umani, erano stati arrestati dopo aver incontrato una delegazione di rappresentanti diplomatici occidentali.

Stato galera

Secondo le organizzazioni per i diritti umani sono tra 60 e 100mila i prigionieri politici egiziani attualmente detenuti in carcere. E in base alle leggi in vigore la detenzione preventiva può durare fino a due anni. Ma, ultimamente, a colpire è il ripetersi di arresti ai danni di studenti impegnati con progetti di ricerca o master all’estero. Come Patrick Zaki, insomma, ce ne sono altri. Ultimo in ordine di tempo, Ahmed Samir Santawy, studente egiziano dell’università Ceu di Vienna, arrestato al suo rientro in Egitto e accusato di adesione ad un gruppo terroristico e diffusione di notizie e informazioni false e pericolose per lo Stato. «In questi giorni lo hanno percosso, ma non sappiamo se oltre alle botte abbia subìto anche delle torture».

Memento Regeni

Ferite aperte per l’Italia, anche alla luce del doloroso precedente di Giulio Regeni, ben lontano dall’essere risolto, e che hanno portato ad una campagna di raccolta firme online per conferire la cittadinanza italiana onoraria a Patrick Zaki, per dare maggior forza alle richieste anche Ue per il suo rilascio.

Covid, al Sisi, vaccini e armi

Il governo egiziano intanto avverte che non ci sono abbastanza soldi per immunizzare la popolazione di 100 milioni di persone. Di fatto l’abbandono delle fasce più povere della popolazione, già falcidiate da strutture sanitarie evanescenti. Niente soldi per i vaccini salvavita , ma Egitto terzo importatore al mondo di armi, e ha incrementato del 206% gli acquisti tra il 2014 e il 2018 per un giro d’affari di 15 miliardi di dollari.

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