Fukushima 10 anni dopo, ma non è ancora finita
Fukushima 10 anni dopo, ma non è ancora finita

Dieci anni dopo. L’11 marzo 2011 il disastro della centrale giapponese: l’incidente più grave di tutta la storia dell’energia nucleare tanto che ancora oggi non si vede una via d’uscita. Transizione ecologica anti carbone, ma con l’atomo?

La catastrofe del 2011, la più grave da quella di Chernobyl nell’aprile 1986, causò la morte di almeno 19 mila persone oltre ad un aumento del numero di residenti affetti da tumori alla tiroide. Come conseguenze delle importanti emissioni radioattive nell’aria, nelle acque e nei terreni nella zona della centrale di Fukushima, oltre 100 mila abitanti sono stati costretti a lasciare la propria abitazione.

Terremoto tsunami e disastro nucleare

Dieci anni fa, l’11 marzo 2011, il mondo scopriva la catena di disastri che rischiavano di distruggere il Giappone e minacciavano il mondo. Terremoto e lo tsunami che distrussero gran parte della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, aggiungendo al disastro naturale quello nucleare, la Chernobyl d’oriente si disse allora, ma forse fu addirittura peggio. Nonostante la gravità dell’evento, e le immagini dell’esplosione del reattore n.1, allora si cercò di minimizzare i fatti. Spiegano i dettagli Angelo Baracca, Giorgio Ferrari sul manifesto: «coinvolti in modo grave quattro reattori nucleari, in tre dei quali si verificò la fusione del nocciolo con conseguente fuoriuscita dell’uranio fuso dal vessel (contenitore di acciaio), cosa che fu ammessa dalla Tepco solo due mesi dopo».

10 anni dopo problemi di sicurezza irrisolti

Quello di Fukushima resta l’incidente più grave di tutta la storia dell’energia nucleare sul fronte sicurezza, problema ancora aperto con problemi di estrema gravità a cui non si è trovata ancora una soluzione. I tre reattori attivi nella centrale non riescono a fare fronte allo spegnimento automatico a causa di danni ai sistemi di raffreddamento, e si verifica un surriscaldamento incontrollato. Il paese dichiara l’emergenza nucleare. Fino al 16 marzo si susseguono esplosioni e dispersione di radiazioni e gas. Reazione a catena di guai, fuori uso i circuiti di refrigerazione e l’acqua esce gravemente contaminata, radioattiva. «Più di un milione e 100mila tonnellate di acqua che, data la mancanza di spazio, si vorrebbero scaricare in mare».

Cosa si nasconde di peggio sotto

Di fatto, a Fukushima, 10 anni dopo, non si è ancora messo mano allo smantellamento e messa in sicurezza degli impianti perché ancora non si sa bene quale inferno si nasconda sotto quelle macerie, 860 tonnellate di materiali altamente radioattivi. Dopo altre spiegazioni tecniche, i due autori sul Manifesto concludono lapidarie: «qualsiasi previsione di fine lavori è un esercizio retorico e i 50 anni stimati dalla Tepco una pia illusione».

Fukushima Chernobyl, sfida occidente oriente

Dal confronto a distanza tra gli incidenti di Fukushima e di Chernobyl -ad aprile ricorrono 35 anni-, emerge una situazione ‘paradossale’: «la tecnologia russa è completamente risorta dalle ceneri di Chernobyl (oggi i reattori VVER sono considerati i migliori al mondo), mentre la tecnologia occidentale non riesce ancora a risollevarsi dalle conseguenze devastanti di Fukushima»

Transizione ecologica col trucco

La transizione ecologica di cui oggi tanto si parla e il rilancio dell’energia nucleare spacciandola per carbon free? «Per questo non va sottaciuta la minaccia reale che rappresenta ancora oggi Fukushima per la popolazione giapponese e per tutto l’ambiente circostante a cominciare da quello marino».

Il sindaco di Fukushima allora

I morti sono morti. Riposino in pace -dice Katsunobu Sakurai, l’allora sindaco. Io sono preoccupato – e indignato – per come vengono trattati i vivi. Siamo sopravvissuti al terremoto, allo tsunami. Ma siamo stati di fatto condannati a morte dal grande inganno nucleare.

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VIDEO RICOSTRUZIONI DEL DISASTRO

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