Biden sanziona Mosca per Navalny ma non punisce il principe assassino. Sconto sospetto e la bugia delle 'non sanzioni Usa' a Capi di Stato
Biden sanziona Mosca per Navalny ma non punisce il principe assassino

Un ‘quasi inciampo’, ma la strada dei diritti umani da difendere scelta dalla presidenza Biden è certamente il salita: i buoni e i cattivi nel mondo a pagella Usa. Ora Biden introduce nuove misure contro la Russia per l’arresto di Navalny, sanzioni individuali, restrizioni ai visti e al commercio verso sette funzionari russi, mentre ieri si era dimenticati di dare il logico seguito ai documenti Cia che accusavano il principe ereditario saudita di essere il mandante dell’omicidio Khashoggi. Nessuna sanzione personale per lui, neppure un visto negato. Con probabili conti iperbolici da poter facilmente in casa.
La «grazia» non dichiarata ma di fatto concessa al saudita, e la ‘durezza’ con Mosca. Inciampo o furberia nascosta, per essere spinto a colpire più duro verso i sauditi?
Inciampo o furberia, in mezzo certamente una clamorosa bugia: «Gli Usa non hanno mai sanzionato leader stranieri», dice la sua addetta stampa. Bugia. Lista lunga quanto il naso di Pinocchio.

La prime critiche in casa democratica

Critiche su Joe Biden da alcuni rappresentanti democratici per la decisione di non imporre sanzioni dirette al principe ereditario dell’Arabia saudita Mohammed bin Salman, MbS, nonostante l’accusa precisa e chiara fatta dall’intelligence di casa sulla sua personali responsabilità nell’ordinare il delitto di Stato. «L’amministrazione Biden si è limitata a imporre restrizioni sui visti per 76 cittadini sauditi ma nell’elenco non è incluso il principe», ricorda sul manifesto Marina Catucci da New York.
Opportunismo politici scoperto, reso ancora più evidente della ‘pezza che esalta il buco’, le sanzioni a Mosca per il caso Navalny. Due pesi e due misure? Umanitarismo a convenienza strategica è il dato di fatto. Salvo qualche utile spinta per andare oltre.

La bugia dalla Casa Bianca

L’inciampo politico diventa evidente quando l’addetta stampa della Casa bianca, Jen Psaki, prova a spiegare che la decisione di Biden di evitare sanzioni dirette contro bin Salman in realtà segue un precedente stabilito dalle altre presidenze, per cui «amministrazioni democratiche e repubblicane, non hanno mai sanzionato leader di governi stranieri».

  • In realtà tutti e tre i predecessori hanno imposto sanzioni a leader stranieri:
  • il leader iraniano Ali Khamenei e il presidente venezuelano Nicolas Maduro sanzionati da Trump;
  • il dittatore nordcoreano Kim Jong Un, il presidente siriano Bashar al-Assad e l’allora dittatore libico Moammar Gheddafi da Barack Obama;
  • l’allora leader del Myanmar Than Shwe, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe da George W. Bush.

Il trucco politico

Non imponendo sanzioni al principe ereditario saudita il presidente sta praticamente invitando i membri del Congresso a spingerlo ad andare oltre. E difatti alcuni democratici stanno cominciando a montare campagne di pressione per forzare la mano di Biden», segnala ancora Marina Catucci.
E non ha calmato gli animi l’annuncio di nuove sanzioni indirizzate alla Russia. Gli Stati uniti, seguendo l’esempio europeo, hanno imposto sanzioni individuali, restrizioni ai visti e al commercio verso sette funzionari russi, in risposta all’avvelenamento e all’arresto del leader dell’opposizione Alexey Navalny. Il Consiglio dell’Unione europea ha infatti introdotto misure restrittive per sette cittadini russi.

  • Le sanzioni colpiscono il capo dei servizi segreti russi, l’Fsb, Alexander Bortnikov;
  • il primo vice capo dello staff dell’amministrazione presidenziale Serghei Kiriyenko;
  • i vice ministri della Difesa Aleksei Krivoruchko e Pavel Popov;
  • il direttore del Servizio penitenziario federale Aleksander Kalashnikov;
  • il procuratore generale Igor Krasnov;
  • il capo del dipartimento di politica interna del presidente russo Andrei Yarin. 

Messaggio a nuora perché suocera intenda

In una nota divulgata dalla Casa bianca l’amministrazione Biden ha spiegato che le sanzioni Usa «sono state varate in accordo con i nostri partner dell’Unione europea e sono un segnale chiaro» inviato a Mosca. E forse non solo a Mosca. In Medio Oriente oltre il rapporto con Riyadh, ponendo fine al sostegno alla guerra saudita in Yemen, e forse qualche consiglio di moderazione verso Israele. Su Pechino ufficialmente ignorata, pesano ancora le sanzioni commerciali decise da Trump che prima o poi Biden dovrà rivedere.

Tags: Biden sanzioni
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