Anche Reporters sans frontières contro il principe assassino
Reporters sans frontières denuncia il principe assassino

Reporters sans frontières ha denunciato in Germania il principe ereditario Mohammed bin Salman e altri responsabili sauditi per crimini contro l’umanità. Non solo Khashoggi fatto a pezzi, «ma la persecuzione generalizzata e sistematica dei giornalisti in Arabia Saudita, e più in particolare, l’incarcerazione di 34 di loro».

L’atto d’accusa degli alleati Usa

La denuncia dopo la pubblicazione del rapporto Usa secondo cui il principe ereditario saudita bin Salman approvò l’operazione per «catturare o uccidere» il giornalista dissidente Khashoggi. Rsf comunica di avere presentato la denuncia il 1° marzo al procuratore generale della Corte federale di Karlsruhe, in Germania, «per una serie di crimini contro l’umanità commessi contro giornalisti in Arabia Saudita, fra cui tortura, violenza, coercizione sessuale, sparizione forzata, privazione illegale di libertà fisica e persecuzione». Il documento, di oltre 500 pagine, riguarda 35 giornalisti, dall’editorialista del Washington Post Jamal Khashoggi, ucciso a ottobre 2018 nel consolato saudita a Istanbul ai 34 giornalisti incarcerati, di cui 33 sono ancora in detenzione, fra cui il blogger Radif Badawi.

Il giornalista saudita Jamal Khashoggi, editorialista del ‘Washington Post’, nell’ottobre del 2018 entrò vivo nel consolato saudita a Istanbul e ne uscì fatto a pezzi in una valigia.

I colpevoli politici per noi Reporter

Il documento presentato da Reporters sans frontières identifica cinque persone «come responsabili a livello organizzativo o esecutivo dell’omicidio di Jamal Khashoggi»: il principe ereditario Mohammed bin Salman, il suo consigliere Saoud al-Qahtani, l’ex vicedirettore dell’intelligence Ahmed Mohammad Assiri, il console generale a Istanbul al momento dell’omicidio Mohammed Al-Otaibi, e il funzionario dell’intelligence Maher Abdulaziz Mutreb.

  • Secondo Rsf e secondo lo stesso rapporto desecretato dell’Intelligence Usa, bin Salman è «sospettato di avere direttamente ordinato l’omicidio di Khashoggi»;
  • il suo stretto consigliere Saoud al-Qahtani, «di aver pienamente partecipato all’organizzazione e all’esecuzione dell’omicidi;
  • Ahmed Mohammad Assiri, «di aver supervisionato l’operazione»;
  • Maher Abdulaziz Mutreb, «di essere stato alla guida della squadra che ha torturato e ucciso Jamal Khashoggi, facendo sparire il suo corpo».

Perché la denuncia in Germania

Reporters sans frontières spiega di avere scelto la Germania per presentare la denuncia perché «il sistema giudiziario tedesco è il più adatto a ricevere tale denuncia” visto che la legge tedesca gli conferisce competenza sui principali crimini internazionali commessi all’estero e i tribunali tedeschi si sono già mostrati pronti e disposti a perseguire criminali internazionali».
Inoltre, sottolinea Reporters sans frontières, la Germania ha regolarmente chiesto di fare giustizia nei casi di Jamal Khashoggi e Raif Badawi, «e ha mostrato il suo impegno a difendere la libertà di stampa e la protezione dei giornalisti nel mondo».

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