Myanmar-Birmania, la polizia uccide. Generali fascisti e felloni

Volevano ricordare Mya Thwate Thwate Khaing, venti anni, la prima vittima della repressione in Myanmar. Hanno dovuto fronteggiare la reazione della polizia. Che ha sparato. Ancora. Ad altezza d’uomo. Uccidendo due persone e ferendone altre trenta a Mandalay, la seconda città del Paese.

Polizia plotone di esecuzione

Volevano ricordare Mya Thwate Thwate Khaing, venti anni, la prima vittima della repressione ormai feroce in Myanmar. Hanno dovuto fronteggiare la reazione della polizia. Che come da ordini ha sparato ad altezza d’uomo. Plotone di esecuzione contro contestatori disarmati che ha ucciso due persone e ne ha ferite altre trenta. tra loro molti prossimi morti. E’ accaduto a Mandalay, la seconda città del Paese. Una delle vittime è stata colpita alla testa ed è morta sul posto, denuncia Frontier Myanmar. Un altro dimostrante è stato colpito al petto ed è morto durante il trasporto all’ospedale.

Vigliacchi senza umanità e ritegno

«Metà dei feriti sono stati colpiti da proiettili veri e non di gomma, e una delle vittime era un minorenne a cui è stato sparato alla testa», è la drammatica testimonianza degli operatori sanitari del servizio emergenze a Mandalay. Secondo la cronaca di Avvenire, la polizia avrebbe usato munizioni vere senza alcuna apparente ragione di oggettiva minaccia, ad uccidere. Repressione del terrore. Ora i morti alla ‘Gestapo’ e circa 550 persone arrestate, almeno per ciò che trapela della rigida censura.

Mondo, al momento solo proteste

A tre settimane dal golpe cresce la pressione internazionale sulla giunta militare, ma forse non basta più: Per l’Ue Josep Borrell: «Esorto i militari e tutte le forze di sicurezza in Birmania a fermare immediatamente la violenza contro i civili». Esortazioni e minacce. «Domani al Consiglio Affari esteri discuteremo degli ultimi eventi in Birmania, per prendere le decisioni appropriate». Due giorni fa, gli Stati Uniti hanno chiesto nuovamente alla giunta miliare di «astenersi dalla violenza».

L’economia del Paese verso il baratro

Il Paese è un passo da baratro, mentre U Gambira, il monaco della Rivoluzione di Zafferano ripete: «Il colpo di Stato per fare affari con la Cina». Ma il prolungamento della tensione quotidiana rischia in ogni caso di affossare un’economia già duramente provata dalla crisi causata dal coronavirus. Molte aziende straniere hanno già interrotto i legami con i militari, e si prevede un brusco calo degli investimenti stranieri.

Per i militari ora strada senza ritorno

L’esercito ha giustificato l’uso delle maniere forti per la presunta morte di un poliziotto. Mentre il segretario dell’Onu Guterres chiede ai generali di ripristinare la democrazia e alcuni Paesi annunciano nuove sanzioni, mentre 10 gruppi etnici armati che avevano firmato un trattato di pace, ora si sono schierati con il movimento di disobbedienza civile.

«È il possibile segnale di una nuova fase, forse ancor più drammatica per un Paese appena uscito da mezzo secolo di dittatura», segnala Raimondo Bultrini su Repubblica.

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