Il gesto semplice dell’anziana signora. E il futuro
Il gesto semplice dell’anziana signora. E il futuro

Storia di un’anziana signora, di un pacchetto di sigarette gettato a terra e di un’azione poetica. E di quanto rischia il nostro territorio se non torneremo a pensare in termini di comunità e di bene comune.

Un pomeriggio di un’estate di tanti tanti anni fa, passeggiando nelle stradine di un paesino della Val d’Orcia, con mia figlia, vedemmo da lontano un signore gettare a terra un pacchetto vuoto di sigarette. E quasi subito una signora anziana uscì dal suo giardinetto pieno di fiori, si chinò a terra, raccolse il pacchetto e con passo lento si avvicinò al cestino dei rifiuti per gettarcelo dentro. 

Non una parola. Solo un silenzio carico di bellezza ad accompagnare la poesia di un gesto semplice. Quando fummo vicini, con mia figlia, le sorridemmo. Lei ricambiò. E per tanti anni ci ricordammo dell’episodio e ne parlammo, discutendo sul significato di quell’agire essenziale. L’anziana signora non aveva fatto polemiche, aveva soltanto raccolto il pacchetto accartocciato, applicando alla strada pubblica, davanti al suo giardinetto, lo stesso amore che poteva nutrire per le sue aiuole, quindi per il suo abitare civile, poetico, rurale. 

Una comunità si basa anche su questo. Sulla semplicità del rispetto reciproco e sull’amore per il bene comune. 

Fin quando ognuno di noi considererà le proprie strade, i sentieri di campagna, quelli di montagna, i boschi in cui viviamo, i paesini, gli alberi e le panchine di legno, gli esseri umani che costituiscono il paesaggio dell’abitare come parte integrande del nostro giardino esistenziale, ci sarà speranza.  E ci sarà futuro per il territorio. 

Se dovessimo perdere l’idea di comunità e di bene comune, saremmo indifesi e soli contro le sirene flautate e conformiste di chi vorrà fare di queste valli un sol boccone.

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