Scandalo a Berlino, c’è puzza di gas
Scandalo a Berlino: il gas russo verso l’Europa che non piace agli Usa

Per salvare il Nord Stream 2 Berlino provò a ‘corrompere’ gli Usa con un miliardo di investimenti. La Germania si sarebbe impegnata a costruire le infrastrutture per facilitare l’importazione di gas naturale liquefatto statunitense. Gli ambientalisti parlano di ‘affari sporchi’ ma il governo difende la sua linea: «Puntare sul gasdotto dalla Russia è l’unico modo per uscire dal nucleare»

‘Affari di Stato’

Per salvare il gasdotto Nord Stream 2 dal rischio d sanzioni da parte degli Stati Uniti la Germania avrebbe provato a ‘corrompere’  Washington, offrendo un pacchetto di investimenti da un miliardo, che avrebbe avuto lo scopo di favorire le importazioni di importare gas naturale liquefatto statunitense.

L’opposizione di tasca Usa

Il gasdotto che aumenterà il volume del gas russo che arriva direttamente in Germania, renderà l’Europa troppo dipendente dalla Russia per i suoi bisogni energetici e non piace agli Stati Uniti, tutori del blocco occidentale. Per evitare le minacciate ritorsioni Usa, Olaf Scholz, il ministro delle finanze tedesco, propone a Steve Mnuchin, l’allora segretario al tesoro degli Stati Uniti, di investire un miliardo di dollari in nuove infrastrutture per importare gas naturale liquefatto Usa nei porti tedeschi se gli Stati Uniti avessero abbandonato le sanzioni previste. Gas Usa assieme al gas russo, ‘Pari patta’, e affare fatto, con la benedizione di Washington al completamento senza ostacoli del Nord Stream 2.

Un po’ di gas da ognuno non fa male a nessuno

Sei mesi dopo la spedizione, agosto 2020, spunta la lettera riservata firmata dal vicecancelliere tedesco Olaf Scholz, attuale ministro delle Finanze e candidato cancelliere della Spd alle elezioni federali del prossimo settembre. Scambio tra la Germania di Angela Merkel e gli Usa di Donald Trump per disinnescare «la guerra del gas’ sul Mar Baltico». Non solo gas Usa a bilanciare quello russo ma costruire due rigassificatori a per importare il gas americano estratto con la devastante tecnica del fracking: molto meno redditizio di quello fornito da Mosca ma perfetto per far quadrare i conti delle imprese energetiche Usa.

La pietra dello scandalo

Il documento è stato reso pubblico da Deutsche Umwelthilfe, l’associazione ambientalista tedesca. «La pietra del scandalo deflagra in Germania per due motivi: –spiega Sebastiano Canetta sul Manifesto- Prendiamo atto che per Scholz la protezione ambientale si riduce a un mero esercizio verbale». Una grossa grana per Scholz impegnato a costruire la campagna elettorale per la successione di Merkel alla cancelleria. Peggio: il ministro Spd avrebbe «tradito» la svolta ecologica senza riuscire ad ammorbidire gli americani sulle sanzioni alle imprese coinvolte nel raddoppio del Nord-Stream, che anzi sono state rinnovate lo scorso 5 dicembre. Con tanti saluti dall’uscente Trump alla sua non amica Angela.

Il gasdotto e il peso della storia

Per il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, una delle ragioni per cui il Nord Stream 2 va completato è anche il debito storico della Germania nei confronti della Russia, a causa delle atrocità commesse dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Le parole di Steinmeier sono state accolte con furore a Kiev, che con l’entrata in attività del gasdotto potrebbe perdere fino a 1,5 miliardi di euro l’anno di «pedaggi di transito» oggi incassati dai tubi russi che attraversano il suo territorio. In realtà, Steinmeier ha parlato di vittime dell’URSS, di cui l’Ucraina era una delle Repubbliche.

Al parlamento di Berlino, Russia non più solo Navalny

«Per noi la lettera del ministro delle Finanze non ha mai rappresentato un problema né è mai stata presa davvero in considerazione dal nostro governo» assicurano gli americani, salvo ribadire «la netta opposizione ai progetti russi destinati ad aumentare la dipendenza del mercato energetico europeo da un unico fornitore, con il rischio di isolare i Paesi dell’Est prima della discussione sulle esportazioni di gas».

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AVEVAMO DETTO

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