Sputnik V, il vaccino di Putin che può cambiare gli equilibri politico sanitari

Sei mesi fa l’annuncio di Vladimir Putin sollevò scetticismi e ironie. Sputnik V, chiamato così in onore del primo satellite sovietico inviato nello spazio, con la V aggiunta in segno di vittoria. Adesso, con le difficoltà nelle forniture, l’Unione europea guarda con occhi diversi al farmaco anti-Covid di Mosca.

Le furberia sospette dell’americana Pfizer

Sei mesi fa, l’11 agosto 2020, l’annuncio di Putin secondo il quale la Russia aveva messo a punto il primo vaccino contro il Coronavirus suscitò scetticismo e ironie, annota il Corriere della Sera. «Oggi, i governi occidentali sono costretti a rivedere i loro piani di vaccinazione: le forniture promesse dall’americana Pfizer e dalla tedesca Biontech sono state tagliate. Lo stesso succederà con quelle della britannica AstraZeneca, che comunque è in ritardo con i tempi di approvazione, come sta succedendo con altri vaccini ai quali i Paesi dell’Unione europea hanno scelto di affidarsi».

Promesse non mantenute e contratti

Perciò, adesso, attorno al vaccino russo chiamato Sputnik V, lo scetticismo e le ironie di tanti sono sparite, lasciando il posto a un’apertura sul suo possibile utilizzo. Vero è che l’ambasciatore italiano a Mosca Pasquale Terracciano si vaccina con Sputnik. Mentre l’Adnkronos, ci informa delle aperture dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali : «Abbiamo iniziato un dialogo con la società russa che ha sviluppato questo vaccino, lo Sputnik. Per il momento ci limitiamo a cercare di capire come sono fatti gli studi, come il vaccino è stato prodotto. Se il vaccino rispetta gli standard europei» , dichiara Marco Cavaleri, responsabile della Strategia per le minacce alla salute e i vaccini all’Ema.

L’occidente prevenuto e diffidente ora ha fretta

«La valutazione del vaccino AstraZeneca è matura e quindi in questa settimana il nostro comitato con tutti i paesi membri rappresentati discuterà come finalizzare questa procedura», ha aggiunto. «Siamo aperti a discutere questo vaccino e quindi mi aspetto che nelle prossime settimane sarà più chiaro quanto possiamo andare avanti e se ci sono possibilità si approvarlo nel prossimo futuro». Problema industriale Pfixer? «C’è una enorme collaborazione tra il mondo industriale, tra diverse aziende, anche quelle che erano in competizione, le abbiamo viste cooperare». Forse sì, ma Pfixer no.
Cavaleri ha poi specificato che «più che pressioni su Ema, parlerei di apprensioni da parte del mondo politico, governi, autorità. D’altronde siamo di fronte a una crisi sanitaria senza precedenti. Nessuno ci ha mai chiesto però di compromettere i nostri standard di valutazione sulla sicurezza ed efficacia dei vaccini».

Niente sconti ma ora Sputnik piace di più

Isabelle Mandraud, su Le Monde (ripresa di Internazionale), parte da quando Putin aveva annunciato il vaccino “migliore del mondo” contro il virus Sars-cov-2. Ma sino a ieri, lo Sputnik V, era stato usato soprattutto solo un po’« di paesi emergenti, attirati dal prezzo conveniente – meno di dieci dollari per dose, e ne servono due per risultare protetti dal virus, come per i vaccini occidentali – o spinti dai legami con la Russia». La Bielorussia di Lukashenko è stato il primo paese ad approvare il vaccino russo sul proprio territorio, e non è stata una grande operazione di immagine. Ma poi sono arrivati Argentina, Venezuela, Bolivia, Algeria, Guinea, Serbia e Palestina. E via a crescere. All’inizio di dicembre 55 paesi avevano partecipato alla presentazione del vaccino, in videoconferenza, ai margini dell’assemblea generale delle Nazioni Unite.

Facile da conservare e ‘pronta consegna’

«Grazie a dio il nostro vaccino non ha bisogno di alcuna condizione speciale di trasporto, come le temperature a -50 o -70 gradi. Tutto è molto più semplice ed efficace da noi», aveva dichiarato accortamente Putin. Sottovalutato in agosto, anche quell’aspetto ora pesa. E per molti Paesi con limitate risorse sanitarie , le condizioni di stoccaggio e conservazione del vaccini russo si so no rivelate più adatte. Oltre alla sua disponibilità immediata in un momento in cui, anche nel mondo ricco e sviluppato, emergono i primi imprevisti e grossi problemi di approvvigionamento.
«Se vuoi comprare il vaccino Pfizer, te lo consegnano tra sei mesi. Invece è importante cominciare a vaccinare al più presto, perché l’immunità di gregge si raggiunge dopo diversi mesi», denunciano ormai molti Paesi nel mondo.

Produzione decentrata, concede Mosca

Per allargare la clientela dello Sputnik V, Mosca garantisce che presto sarà prodotto in sette paesi. Forte di quest’ultimo argomento, il 20 gennaio la Russia ha presentato una richiesta di omologazione dello Sputnik V all’Unione europea, nella speranza di aprirsi qualche nuova porta. I documenti richiesti, come i risultati provvisori degli studi clinici della fase tre, disponibili all’Agenzia europea per i medicinali, «È un processo di vasta portata il cui obiettivo è ottenere il permesso di usare il vaccino all’interno dell’Unione europea». L’Ema al momento, si è limitata a prendere atto della richiesta e ad annunciare che “darà comunicazione una volta avviata una procedura d’esame”.

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