
Anzi, no, Tutte le leggi che poteva violare: Costituzione, Carta dei diritti fondamentali dell’Ue e accordo bilaterale con la Slovenia»
Illegalità premeditata. Per il Tribunale di Roma, il nostro governo ha violato le leggi, «con l’obiettivo premeditato di “aggirare il diritto d’asilo”», dice Schiavone, perché non ha permesso a Mahmood – e come a lui anche a molti altri migranti – di «avvalersi di un diritto fondamentale, cioè quello di presentare domanda di asilo». Secondo il tribunale, «il ministero era in condizioni di sapere che la riammissione in Slovenia avrebbe comportato a sua volta il respingimento in Bosnia nonché che i migranti sarebbero stati soggetti a trattamenti inumani».
Per questo, il Viminale è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a garantire che il ricorrente possa presentare la sua domanda d’asilo.
La storia del giovane pachistano non è isolata, se si pensa che nel 2020 le persone respinte al confine italo-sloveno sono state molte più di un migliaio, con un aumento del 423% rispetto al 2019. E testimoniano come la violazione del diritto internazionale e del diritto europeo siano la prassi e che di fatto poco o nulla è cambiato dai tempi del ministero salviniano. Ma soprattutto, la sentenza del tribunale di Roma impone di guardare le immagini cruente che oggi ci arrivano dalla Bosnia, con migliaia di persone intrappolate nel gelo e nella neve, sapendo che una parte di ciò è anche responsabilità nostra.
L’Italia che scarica alla Slovienia che scarica alla Croazia che dopo un po’ di botte, rispedisce in Bosnia, a crepare nel gelo di quelle montagne. Sulla cosiddetta rotta balcanica, battuta dal freddo e con il rischio Covid, operano la Croce Rossa, la Caritas e altre organizzazioni umanitarie che denunciano l’estrema gravità delle condizioni dei profughi che provengono da Paesi quali Pakistan, Afghanistan, Iraq, Iran e Siria, dove c’è guerra e miseria. Tutti col diritto di chiedere asilo. Se qualcuno volesse rispettare le leggi internazionali e li ascoltasse.
Il freddo intenso di questa stagione sta provocando infezioni respiratorie e c’è urgente bisogno che anche a queste persone giungano i vaccini contro il coronavirus. A tutto questo si aggiungono le tensioni che scoppiano giornalmente tra migranti e forze dell’ordine. Teatro delle violenze il centro ‘Blazuj’, nelle vicinanze della capitale bosniaca, dove sono attualmente alloggiate in maniera assolutamente precaria più di tremila persone. Situazione disumana ed assieme esplosiva, tanto da far muovere il Consiglio d’Europa, in Bosnia-Erzegovina dal 24 al 30 gennaio.
Questa situazione grave sta impattando su una comunità rurale che è già molto provata dalle condizioni economiche molto difficili. Una bomba sociale dimenticata per troppo tempo, quando la rotta balcanica è ormai una delle strade migrazioni più frequentate assieme rischiose per ostilità umana. Rischio contagi da Covd, e vaccino manco e pensarlo visto che prima mancano riparo, letto e cibo.
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