
Trump ultimo giorno, e la peggior uscita di scena possibile. «Per le circostanze eccezionali di questa inaugurazione presidenziale, dobbiamo compiere un gesto straordinario: chiediamo a tutti gli americani di non venire». L’appello congiunto è lanciato dalla sindaca di Washington e dai governatori di Maryland e Virginia, Stati adiacenti. Ma chi ci prova lo fa a suo eventuale rischio e pericolo e con la certezza di non vedere nulla, neppure da lontano. Quindi, meglio a casa con la tv.
Il perimetro di sicurezza vietato ai comuni cittadini e presidiato da 25.000 tra militari e poliziotti che vale praticamente per tutto il centro politico della capitale. Il giornale della capitale, il Washington Post, ricorda che un solo presidente fu considerato “a rischio” quanto Joe Biden nell’occasione del suo Inauguration Day: fu Abraham Lincoln, il 4 marzo 1861, una cerimonia sulla quale già incombevano le tensioni che avrebbero portato alla deflagrazione della guerra civile un mese dopo.
Lincoln era stato il bersaglio di minacce di attentati, l’ostilità attorno a lui era così virulenta che per il suo giuramento dovettero trasportarlo su un treno segreto, in incognito.
La violenza armata eredità far west sollecitata. I «Boogaloo Bois», un movimento estremista pro-armi e antigovernativo fissato con l’idea di una guerra civile imminente, sabato mattina ad Austin, in Texas, in piena tenuta da combattimento, si sono dati appuntamento davanti al Campidoglio presidiato dalla Guardia nazionale texana. Quanto ‘nazionale’ e quanto ‘texana’? il dubbio. Stupida dimostrazione di forza muscolare, la valutazione generale riferita da Marina Catucci sul Manifesto. Scene simili si sono svolte in Oregon, Ohio, Virginia. A Lansing, in Michigan, dove lo scorso autunno membri dei Boogaloo sono stati accusati di un complotto per rapire il governatore democratico, Gretchen Whitmer.
Non esattamente dei ‘bravi ragazzi’ soltanto un po’ esaltatati, e sono parte della peggior eredità politica e culturale che lascia agli Stati Uniti e al mondo la presidenza di Donald Trump.
I funzionari della Difesa americana hanno fatto sapere che l’Fbi sta esaminando il profilo di ognuno dei 25mila agenti della Guardia nazionale: uno dei timori è che possa arrivare un attacco terroristico dall’interno. «Stiamo dando un secondo e terzo sguardo a ciascuno degli individui assegnati a questa operazione – ha detto il segretario dell’esercito Ryan McCarthy – I membri della Guardia stanno anche ricevendo una formazione specifica su come identificare potenziali minacce interne».
I 25mila membri della Guardia nazionale in arrivo a Washington da tutto il Paese sono più di due volte e mezzo quelli dispiegati nelle precedenti inaugurazioni presidenziali. Mentre i militari riesaminano i membri della Guardia nazionale per escludere collegamenti con i gruppi estremisti, uno screening dell’Fbi si aggiunge a qualsiasi monitoraggio precedente. Finora due membri in servizio attivo sono stati arrestati in relazione all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio. «La domanda è: ce ne sono altri?».
L’anno scorso il Pentagono ha ricevuto dall’Fbi 143 notifiche di investigazioni relative all’estremismo di destra, 68 delle quali relative a membri attuali ed ex membri del servizio.
Problemi anche con la storia. Trump è il primo presidente uscente dal 1869 a saltare l’inaugurazione del suo successore, mentre, nelle sue ultime ore da presidente in carica, si prepara a graziare o commutare le condanne di oltre 100 persone. Una pioggia di indulgenze concesse proprio da chi pure ha rispolverato la pena capitale, mandando a morte, in sei mesi, ben 13 condannati. Le decisioni pare non riguardino la possibilità di autograziarsi, inefficace di fatto per Trump, ma il New York Times scrive che l’approvazione delle grazie, è totalmente gestito dalla figlia Ivanka e dal genero Jared Kushner, che hanno aggirato la consueta revisione del Dipartimento di Giustizia. E il nome di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, sarebbe stato epurato dalla lista, mentre potrebbero esserci finiti, last minute, i nomi di Rudy Giuliani e quello dell’amico “ritrovato” Steve Bannon.
Non poteva mancare nemmeno Melania Trump, diventata la prima first lady dell’epoca moderna a non invitare alla Casa bianca la donna che la sostituirà per il solito incontro negli alloggi privati al secondo e terzo piano, osserva sempre Marina Catucci.
Biden arriva domani a Washington sapendo di dover fare da subito i conti con Pandemia e recessione, ‘le crisi gemelle’, già le chiamano, a terribile memoria. E Biden continua ad allungare la lista dei decreti-lampo con cui vuole segnalare la svolta: da ultimo ha aggiunto lo stop all’oleodotto Keystone XL, un’infrastruttura lunga duemila chilometri dal Canada al Golfo del Messico, autorizzata da Trump e considerata dannosissima dagli ambientalisti. Passaggio chiave la nuova manovra di 1.900 miliardi di dollari, con aiuti ai cittadini ed anche fondi alla sanità per accelerare le vaccinazioni. «100 milioni di vaccinati in 100 giorni» è la promessa più impegnativa, e Biden mobiliterà subito la protezione civile perché apra nuovi centri di vaccinazione.