L’abbiamo presa larga, per introdurre un’altra rogna formidabile con cui il nuovo Presidente si troverà subito a doversi confrontare: la Korea del Nord. Lupi, iene e sciacalli, come gli squali bianchi, sentono subito l’odore del sangue e si avventano immediatamente su quella che pensano possa essere una preda alla loro portata. Beh, in questo momento gli Stati Uniti dopo Trump sono in ginocchio e prima di dare una riverniciata alla loro immagine ci vorrà del tempo, anche se Biden non sembra proprio Riccardo Cuor di Leone, ma assomiglia di più a un premier inglese dell’Ottocento a cui mancano solo gessato, ascot e bombetta. Vedremo. Anche se i primi segnali che arrivano da Pyongyang non sono proprio entusiasmanti.
Il figlio-padrone della dinastia dei Kim e cioè Jong-Un, leader incontrastatissimo della Korea comunista, parlando a una riunione del partito (in cui ovviamente non si sentiva manco una mosca volare) ha detto che il suo Paese contribuirà alla realizzazione della pace nel mondo cominciando a costruire anche qualche sottomarino nucleare. E siccome zucchero non guasta bevanda, ha ricordato a compagni, compagnucci e compagnoni, in religiosa adorazione, che gli Stati Uniti restano il loro mortale nemico e che la pagheranno cara. Quanto? Lo stabilirà lui, il leader che ha potere di vita e di morte su tutti, a cominciare dai parenti (uno zio è stato giustiziato a cannonate e il fratello lo hanno liquidato col gas nervino).
Quando? Ancora non si sa, ma vista l’attività di promozione della pace nel mondo che sta facendo la Korea del Nord, si può pensare che il banco possa saltare, magari per sbaglio, in qualsiasi momento. Quella di Kim non è una fanfaronata, ma il logico e razionale completamento di un piano strategico che scandisce il tempo come un metronomo. Il giovane e sanguinario dittatore prosegue con grande abilità le politiche che furono del nonno (Kim Il-Sung) e soprattutto del padre ( Kim Jong-Il) . In pratica, una trasposizione sul piano internazionale della “filosofia” che anima la camorra e altre associazioni mafiose:” o mi paghi il pizzo o ti brucio la saracinesca”. Questo ricatto, mascherato da dialettica diplomatica, è stato largamente adottato da Jong-Il ed ereditato con molta sfrontatezza da Jong-Un.
Il problema vero è che il giovane leader non sembra avere tutte le rotelle a posto e in molti, anche nel suo Paese, lo ritengono capace di tutto. Genio e sregolatezza? Forse, visto come finora è riuscito a rimanere vivo e ad ammazzare tutti gli altri. Ma soprattutto, visto come è stato capace di rendere concrete le sue minacce. Strategicamente il vero obiettivo di Kim è avere la capacità potenziale di colpire con armi nucleari gli Stati Uniti. Sai che bellezza, per Joe Biden, sentire una litania del genere. E siccome le chiacchiere stanno a zero, diciamo solo che Kim le bombe atomiche ce le ha in casa ( un numero imprecisato), mentre è stato “bravo” a sviluppare la capacità dei missili che dovrebbero farle cadere sui gringos.
Dal 2017 in poi è stata quasi una marcia trionfale per i guerrafondai di Pyongyang. Anche se bisogna spiegare che, forse, di veramente guerrafondaio della Korea comunista non c’è manco il gatto, perché quasi tutti si rendono conto che si fa la voce grossa per avere il companatico. Ma nessuno vorrebbe rischiare di liquefarsi in un istante con tutte le medaglie al valore appuntate al petto. Nemmeno Kim che, si dice, ami la bella vita. La famiglia dei missili Hwasong in tre anni ha fatto un deciso salto di qualità. Si è passati dai 4.500 Km di gittata del “12” ai ben 10 mila della serie “14”. In questo caso parliamo di un vettore capace di raggiungere almeno la metà del territorio continentale degli Stati Uniti.
Un’ ulteriore evoluzione è stata quella relativa allo Hwasong-15: ben 13 mila Km di gittata e la possibilità di far fare la fine di Hiroshima persino a New York. E per mettere la ciliegina sulla torta, Pyongyang non si è fatta mancare nemmeno i missili balistici intercontinentali a testata multipla. Il primo è sfilato in parata circa due mesi fa facendo venire i sudori freddi alla schiena a mezza Casa Bianca ( uscente ed entrante) e a tutto il Pentagono. Ora il sottomarino nucleare servirebbe a completare l’opera, perché potrebbe riuscire a lanciare missili atomici posizionato davanti alle coste della California. Ce né abbastanza perché gli americani cambino il soprannome di Biden.
Prima lo chiamavano “Sleepy Joe”, cioè Joe l’addormentato. Ora lo dovrebbero definire “sonnambulo”, perché non sappiamo con tutto questo macello come riuscirà a chiudere occhio. Auguri.