Scorie radioattive tedesche, 10 anni per seppellire 28.000 metri cubi delle ultime centrali nucleari
Scorie radioattive tedesche, 10 anni per seppellire 28.000 metri cubi

Si chiama «Endlager», e sarà il deposito dei 28.000 metri cubi di scorie radioattive ereditate con la chiusura definitiva delle ultime centrali nucleari tedesche, prevista alla fine del prossimo anno. Dovrà essere tecnicamente operativo a partire dal 2031. In Italia, 21 anni di attesa prima di uno striminzito elenco di possibili siti di stoccaggio su cui litigare per anni prima di decidere e avviare lavori complessi per la sicurezza di tutti noi che conviviamo con depositi radioattivi sparsi, ignoti e non sicuri.

28 mila metri cubi di scorie radioattive

Una enormità di scorie radioattive, ma almeno la Germania le centrali nucleari da cui ha tratto energia elettrica la ha, almeno sino alla fine del prossimo anno. Poi si chiude e si seppellisce, ma in massima sicurezza. Alla fine dello scorso settembre, informa Sebastiano Cannetta sul Manifesto, l’Agenzia federale per lo smaltimento dei rifiuti atomici, la Bge, l’equivalente della nostra Socin, ha trasmesso al governo la «Relazione intermedia su 90 aree possibili».

«Un buco sotterraneo profondo almeno 300 metri con spessore non inferiore a 100 metri di roccia in grado di garantire la tenuta stagna per un milione di anni di circa 2.000 bidoni tossici, impossibili da riprocessare o smaltire diversamente».

I possibili siti tedeschi cercati dal 2017

Tra anni per i settanta esperti della Bge, rispetto ai tempi biblici italiani, i 21 anni della Socin. Problema tedesco chiave, l’attuale sito di Gorleben, nel Land della Bassa Sassonia: la gigantesca miniera di sale dove finora sono state stoccate le scorie radioattive del programma nucleare tedesco inaugurato in pompa magna nel 1962 e chiuso d’urgenza dalla cancelliera Angela Merkel all’indomani del disastro di Fukushima, grazie alle enormi pressioni del movimento antinuclearista e dei Verdi.

In Italia dopo 21 anni cosa?

L’Italia ha da smantellare e mettere in sicurezza da decenni le quattro centrali nucleari di casa a Trino (VC), Caorso (PC), Latina e Garigliano (CE) e all’impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (AL). Dove sono finite questa e altre scorie? Il sito di Saluggia, in provincia di Vercelli, dove sono concentrati quasi i tre quarti dei rifiuti radioattivi in Italia, la maggior parte dei quali sono conservati in acidi dentro vasche d’acciaio. Da 30 anni. Speriamo sia acciaio buono. O il deposito CEMERAD di Statte, vicino a Taranto, dal 2000 in custodia giudiziaria al Comune. Follia.

Germania scelta ‘tecnica’ e non politica

In Germania la scelta definitiva dell’«Endlager» dovrà vertere esclusivamente sul «luogo relativamente più sicuro» dove seppellire la montagna di fusti gialli altamente radioattivi. Ma in Germania resta vivo il ricordo del disastro di Morsleben: il sito nel profondo Est destinato a ricevere le scorie degli otto reattori dell’ex centrale atomica di Greifswald (in Mecleburgo-Pomerania) ai tempi della DDR.
L’ennesima miniera di sale riempita di 37.000 metri cubi di rifiuti tossici fino alla fine delle operazioni di stoccaggio concluse otto anni dopo il crollo del Muro di Berlino. Un esperimento fallimentare ancora oggi in fase di costosa decontaminazione.

Nel 2031 il deposito nazionale di scorie radioattive operativo in Germania. C’è qualcuno che ha il coraggio di promettere 10 anni anche per l’Italia?

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AVEVAMO DETTO

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