
Juan Guaidó autoproclamato presidente alternativo al despota ma presidente eletto Maduro, da ex presidente del parlamento, ha dovuto consegnare le chiavi dell’Assemblea Nazionale ai 277 deputati appena eletti alle elezioni legislative del dicembre scorso. Di questi, 256 appartengono al partito di Nicolás Maduro che ha conquistato anche l’ultimo fortino in mano all’opposizione. «Doveva andare in modo diverso. Ma la scelta di disertare le consultazioni perché prive di garanzie democratiche e i cui risultati non sono stati riconosciuti dalla comunità internazionale ha finito per favorire il gioco del delfino di Chávez», commenta su Repubblica Daniele Mastrogiacomo.
Divisioni e contrasti, sullo sfondo di una serie di grossolani errori di strategia e di operazioni commerciali non del tutto chiare, hanno accentuato il fossato tra i partiti che compongono il blocco antiregime e fatto naufragare l’ultimo, disperato progetto di resistenza.
Juan Guaidò, dall’accoglienzadi Trump alla Casa Bianca alla galera probabile per la due inchieste della magistratura venezuelana. Stessa prospettiva per altri ex deputati che senza più immunità parlamentare potrebbero finire in manette. Diffusi progetti di fuga. A Guaidó, troppo in vista, la speranza dell’appoggio della comunità internazionale. «Gli Usa, con Biden, hanno fatto sapere che di considerare Maduro un dittatore ma l’approccio con Caracas non è più così aggressivo come quello dell’amministrazione Trump». Incerte, per quanto valgono in America latina, le posizioni dell’Unione europea. La maggioranza dei 27 – sempre Mastrogiacomo- non insegue gli Usa sul ‘presidente transitorio’ di loro invenzione, ma pensa di tutelarlo nel passato ruolo di presidente dell’Assemblea nazionale.
Nicolás Maduro festeggia senza proclami e sfarzo. Anche in Venezuela si muore di Covid, anche se i numeri sono ben lontani dall’ecatombe Brasile. In nove mesi ci sono stati 100 mila contagi e poco più di mille morti, a dati ufficiali che nessun organismo indipendente può confermare ma che spiccano nei fatti, rispetto alla strage che ha colpito il resto del Continente. Formula anti Covid quasi da strategia calcistica 7+7: una settimana di lockdown seguita da una settimana di aperture. Finora sembra aver funzionato.
Ma per Guaidò, tornando alla politica, altrui grossi guai in vista. Il Washington post svela una denuncia per corruzione nei confronti dell’uomo incaricato dal Guaidò nel fare il ‘presidente transitorio’ di gestire i beni, le proprietà e le azioni della PDVSA, l’industria petrolifera statale. Ma Javier Troconis, assieme a Fernando Blasi è stato accusato da alcuni imprenditori di aver preteso delle mazzette per entrare in possesso degli impianti sparpagliati nei Caraibi.