
PIEMONTE: 8 zone tra le province di Torino e Alessandria (Comuni di Caluso, Mazzè, Rondissone, Carmagnola, Alessandria, Quargento, Bosco Marengo) – TOSCANA-LAZIO: 24 zone tra le province di Siena, Grosseto e Viterbo (Comuni di Pienza, Campagnatico, Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano) – BASILICATA-PUGLIA: 17 zone tra le province di Potenza, Matera, Bari, Taranto (comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso) – SARDEGNA: 14 aree tra le zone in provincia di Oristano (Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Ortacesus, Guasila, Segariu, Villamar, Gergei) – SICILIA: 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta (Comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia, Butera).
Un accumulo di rifiuti nucleari grande come Roma che dagli anni ’40 minaccia milioni di persone, ci dicono adesso, a vendere l’urgenza, dopo aver nascosto e ‘secretato immotivatamente’ per puro opportunismo politico. Si parla di circa 78 mila metri cubi di rifiuti a ‘bassa e media attività’ da stoccare. Rifiuti provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero: e sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, ad esempio, da tutte quelle attività di medicina nucleare che costituiscono ormai il nostro quotidiano.
Inadempienze vergogna di 20 anni rigirate come merito: «forte assunzione di responsabilità da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea». Sotto punizione europea e abbiamo il coraggio di vantarci del tutto ancora da fare? Qualcuno piglia il Paese per il .. naso, visto che, questo è il solo dato certo su cui allarmarci ed avere paura tutti quanti:
«I rifiuti radioattivi sono stoccati (spesso male) in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo», ammette Sogin, fantasma con tanti vertici.
«Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco». Fantastiland: «Il deposito avrà una struttura a matrioska». Splendida trovata giocattolo: «Nel dettaglio, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati».
20 anni per trovare le area più e meno idonee, la vergogna assoluta, poi ‘il seminario nazionale’. «L’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere», e qui siamo alla ‘Gioconda’ della presa in giro. La Mastrioska solo altri 20 anni perché qualcuno possa vederla? Io non ci sarò certamente più.
Un nuovo gioco dell’oca. Il Seminario Nazionale che dice ma non decide, Sogin che aggiornerà la Cnapi, nuovo parere del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo Isin (?), del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a questi pareri (se non vi gira ancora la testa), il Ministero dello Sviluppo Economico partorirà la Cnai, Carta Nazionale delle Aree Idonee. La Cnai semplice aggiornamento dell’aggiornamento della Cnapi. Arzigogoli procedurali oltre che linguistici da presa –scusate ma questa volta ci vuole, da presa per i fondelli, con sberleffo finale. «Di certo, come in passato, non mancheranno però polemiche e proteste», l’acuta previsione.
Tra il nucleare Sì e il nucleare No, c’è il nucleare all’italiana, quello delle scorie e degli impianti dismessi ma non ancora messi in totale sicurezza ambientale. Il nucleare che minaccia la sicurezza di tutti senza produrre benefici energetici con solo costi e rischi. Il peggior nucleare possibile.
L’avvio del percorso ‘politicamente pericoloso’ verso il deposito unico nazionale. Ma così impone le legge, la sicurezza e il buon senso. Per poi arrivare -il giorno del forse- al dovuto Deposito nazionale con importanti riflessi sulla sicurezza di tutti, non soltanto ambientale.
Elenco pronto ma supersegreto solo per ragioni di opportunismo politico.
Quando nel marzo 2014 restituimmo agli Stati Uniti i quantitativi di uranio ad alto arricchimento e plutonio a suo tempo importati in Italia. Operazione top secret e notturna con tre containers super scortati verso il porto di La Spezia, dove una delle due sole navi al mondo attrezzata per simili trasporti, aspettava quei 6 chili di plutonio, buoni per fare svariate bombe atomiche. Il tutto scortato in mare da due sottomarini, ovviamente nucleari.
Prossime vecchia puntate il nuovo che non c’è.