
Severità minacciose di partenza e versione soft recente. Chi in GB c’era e ci viveva e ci lavorava anche senza registrarsi ufficialmente, e chi arriverà da domani. Varrà il ‘passaporto biometrico’. Passaporto ai varchi automatici ‘E-Gates’, e si dovrebbe attraversare la frontiera senza problemi perché il sistema riconoscerà il permesso di residenza associato al documento. Più complicato, invece andavate avanti indietro con la carta di identità.
Entrare da ‘turista’ per tre mesi, trovare un lavoro e poi chiedere il visto lavorativo? No. Valeva prima e non più da domani. Prima devi ottenere un lavoro stando nel tuo Paese e poi chiedere il permesso, con vincoli severi di guadagno e di conoscenza lingua: ‘immigrazione a punti’. Basta camerieri all’avventura per imparare l’inglese e solo medici o infermieri o mestieri simili. Sui mestieri riconosciuti, meglio aspettare.
Europei e italiani non residenti potranno entrare in Uk per turismo (e viceversa) senza visto e restare nel Paese al massimo tre mesi su sei continuativi. Fino a ottobre 2021, per noi sarà possibile utilizzare anche la carta d’identità. Poi obbligatorio il passaporto. Meglio da subito per i varchi automatici E-Gates che dovrebbero continuare.
Patenti europee e Regno Unito accettate, salvo non sbagliare il lato della strada su cui marciare. Controlli alla frontiera, come prima, perché Londra non era ‘area Schengen’. Viveri di casa? Con moderazione ma teoricamente servirebbe una dichiarazione doganale, come per gli Stati Uniti, Insomma, rassegnatevi a mangiar male.
Vecchi residenti, tutto come prima. Per gli italiani ed europei che si trasferiranno per studio o lavoro dal 1 gennaio, copertura sanitaria da 550 ai 700 euro annui. Se si è turisti in Uk, la tessera sanitaria europea continuerà a garantire il servizio sanitario gratuito, e viceversa per i britannici.
Tasse, tutto come prima (se eri onesto e le pagavi). Regno Unito e Italia continueranno ad avere un accordo sulla doppia imposizione fiscale, facilitando il cittadino europeo o britannico. Ma il conto in banca? Ogni banca decide. Tendenzialmente basta fare almeno un’operazione all’anno, altrimenti ‘si congela’ e dovrà essere sbloccato.
Per gli studenti (e per le tasche dei loro genitori) cambia invece molto. Da domani, Oxford, Cambridge o in altre università del Regno Unito, il conto sarà di migliaia di euro l’anno, con picchi di decine di migliaia per l’intero corso di laurea. Visto e assicurazione sanitaria, ulteriori mille euro circa all’anno per studente europeo. Basta Erasmus, insomma. Titoli accademici?
Il Regno Unito, spiega Repubblica, non è uscito dal cosiddetto “Bologna Process” europeo che equipara i titoli di studio e accademici. Chi ha ottenuto un Bachelor (laurea di primo livello) in Uk ha tutto il diritto di fare un Master (simile alla laurea specialistica) in Italia o in un altro Paese europeo.
Cosa accadrà con la nuova concorrenza è tutto da vedere. La finanza rappresenta il 10% del Pil del Regno Unito e fino al 20% del gettito fiscale britannico. Ma ora City di Londra e Unione sono concorrenti. Possibile che solo le società britanniche con sede in Ue saranno ammesse a fare affari in Europa. Nessun problema per le aziende più grandi che già si sono organizzate, più complicato per quelle più piccole.
Dazi doganali da e per Ue? «Nella stragrande maggioranza dei casi, non ci saranno né dazi né tariffe per import/export, ma i due blocchi potranno rivalersi sull’altro e imporre dazi qualora uno di loro si consideri vittima di concorrenza sleale o aiuti di stato illegali dell’altro».
Scordiamoci il passato. Per molti beni si dovranno compilare dichiarazioni doganali che potrebbero arrivare a circa 700 milioni all’anno di nuovi moduli per la burocrazia inglese (ed europea), con migliaia di nuovi addetti alle frontiere da reclutare per Londra. «Un passaggio non facile, anzi un fardello potenzialmente enorme», avverte Guerrera.
Nell’accordo Brexit non viene garantito. Per ora, gran parte delle compagnie telefoniche britanniche e italiane ha confermato il regime attuale e non chiederà sostanziosi supplementi, ma vatti a fidare.
Calcio tutto rivoluzionato. I calciatori europei saranno trattati come qualsiasi altro straniero, perché non ci sarà più la libera circolazione di cittadini Ue in Regno Unito. Un calciatore europeo se vorrà giocare in Premier League dovrà superare anche lui il sistema di ‘immigrazione a punti’, con un inglese migliore dell’italiano praticato da Suarez. Anche per gli allenatori. Ovviamente i calciatori britannici saranno considerati extracomunitari nei campionati europei e nella nostra serie A, col massimo di tre extracomunitari tesserati.
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