
Una telefonata dal palazzo Maximou, l’ufficio del premier Kyriakos Mitsotakis, alla responsabile per i vaccini dell’ospedale Sotirìa di Atene. «Annullare la vaccinazione di 30 operatori sanitari e pazienti in condizioni critiche già prevista per il giorno seguente. Al loro posto dovevano essere vaccinati i membri dello Stato Maggiore delle forze armate e quelli del governo: ministri, sottosegretari, direttori generali, parenti ed amici. Come effettivamente è avvenuto, in presenza di un anestetista, evenienza ci fossero complicazioni e la nazione rimanesse acefala», denuncia Dimitri Deliolanes sul Manifesto.
Nazione ‘acefala’ di gente senza decoro e senza vergogna? Il fatto è stato denunciato ed ha provocato un mare di proteste. Perfino il sindacato di destra dei medici ospedalieri ha alzato la voce. Il direttore di Sotirìa, l’ospedale, si è giustificato dicendo che i generali «erano sbucati all’improvviso» ma alla fine ha dovuto prendere in prestito alcune decine di vaccini per il personale più esposto. L’incidente, con ogni probabilità, non è un caso isolato. È servito comunque per spezzare la cortina di silenzi (qualcuno scrive ‘omertà’) che il sistema informativo greco ha steso sull’operato dell’attuale governo.
La settimana scorsa il dirette Tv, le vaccinazioni di Mitsotakis, il premier di destra, della Presidente della Repubblica, dei leader dei partiti in Parlamento e persino del Sacro Sinodo, e già questo era un ‘esempio’ decisamente esagerato. Personaggi a cui era stata data la precedenza per dissipare la diffidenza nelle opinione pubblica, dissero. Ma ora la diffidenza è esattamente al contrario. Quanti sono i vaccini arrivati in Grecia? Nessuno lo sa. Il mese scorso il governo aveva annunciato più di 2 milioni al mese ma finora, secondo il ministero della Sanità, sarebbero arrivate 93.600 dosi, forse anche meno.
Priorità a «dirigenti in posizioni strategiche» sino al 10 gennaio, dicono. Poi nella lista 126 deputati e responsabili regionali del partito di governo Nuova Democrazia. Oltre Atene, sembra sia peggio. E l’accesso al vaccino diventa strumento di consenso. «Non c’è alcun controllo, nessun ordine né nella cura né nella vaccinazione. Il ministro della Sanità Vassilis Kikilias, noto come ex giocatore di pallacanestro, ha messo alla direzione degli ospedali, faticosamente rimessi in piedi dal governo precedente, solo capi partito e grandi elettori». E lo denunciato su Twitter Antonis Karakoussis, direttore del giornale filogovernativo To Vima.
«Negli ospedali di provincia, a Kilkis, a Kozani, a Goumenissa, si muore senza alcun aiuto dentro ospedali trasformati in centri di raccolta voti per conto dei deputati governativi», ha denunciato ‘To Vima’. Con situazioni tra il comico e il criminale, con ginnasti, montatori di infissi e altri analfabeti alla direzione di diverse struttura sanitarie. Cestista ‘fuori canestro’ o esecutore di ordini, tipo, distruggere la sanità pubblica per favorire la totale privatizzazione del settore? Più che legittimo sospetto. Mentre, nell’attuale emergenza, riservare cure e vaccini per chi è veramente indispensabile:
«i politici al governo e i loro amici armatori, finanzieri, importatori e costruttori. La plebe deve aspettare, forse l’estate, forse oltre».