
La distribuzione di massa del vaccino arriverà con la seconda fase, non appena saranno disponibili i vaccini di tipo “cold” (meno complessi da conservare) dell’AstraZeneca e Moderna, e i punti di somministrazione saranno 1500, cui si aggiungeranno una serie di unità mobili per arrivare a tutti coloro che non potranno raggiungere i punti vaccinali, come gli anziani e i malati che non posso lasciare le proprie abitazioni.
Le somministrazioni “simboliche” di domani, le prime 9.750 dosi del vaccino per medici, infermieri e operatori sanitari. Già lunedì 28, Pfizer consegnerà altre 470mila dosi del vaccino, con cui inizierà la campagna di vaccinazione vera e propria. A ricevere le dosi in questa prima fase, che andrà avanti nelle settimane successive, saranno oltre a medici, infermieri e personale sanitario, anche personale che lavora negli ospedali e le persone che vivono nelle RSA, per un totale di quasi 2 milioni di persone.
Classifica per età. Prima le persone sopra agli 80 anni (4,4 milioni), poi dai 60 ai 79 anni (13,4 milioni), e infine quelle con almeno una co-morbidità cronica (7,4 milioni). Dopo sarà il turno di chi fa un lavoro considerato a rischio, come le forze dell’ordine o gli insegnanti. «Tutti sapranno per tempo dove andare a farsi il vaccino e quando» ha detto Arcuri -e noi speriamo sia vero-, e «sarà somministrato ‘a chiamata’, almeno nella prima fase, e non su prenotazione».
Un aspetto su cui c’erano state polemiche nelle scorse settimane: le siringhe speciali che ha comprato l’Italia, un tipo ad alta precisione con un sistema di bloccaggio dell’ago, chiamate “Luer Lock”. Con le siringhe speciali si dovrebbe riuscire a ottimizzare le dosi, sfruttando il “vaccino residuo” che normalmente va sprecato. La FDA, l’ente che certifica i farmaci negli Stati Uniti, ha autorizzato nei giorni scorsi questo tipo di procedura che permette di sfruttare il “vaccino residuo”: potenzialmente potrebbe permettere di vaccinare dal 20 al 40 per cento della popolazione in più con la stessa quantità di vaccino.