I misteri romani sul Russiagate, la scuola di spie e la grazia di Trump
I misteri romani sul Russiagate, la scuola di spie e la grazia di Trump

Tra chi sta beneficiando della clemenza del presidente uscente Usa c’è anche George Papadopoulos, greco americano con moglie italiana e singolari ‘rapporti accademici’ a Roma. L’ex consulente della campagna elettorale del tycoon si era dichiarato colpevole di aver mentito agli investigatori americani. Aveva rapporti con un ateneo telematico in Italia, molto legato alla politica e allo spionaggio.

Professore, ambasciatore o spia?

Grazia di Trump per amici da galera

Tra gli amici personali che si guadagnano la grazia di Trump, una frangia quasi italiana da sempre avvolta nell’equivoco. Tra i personaggi graziati dalla Casa Bianca, c’è George Papadopoulos, protagonista del quasi dimenticato filone romano del ‘Russiagate’ (i sospetti sulla Russia dietro l’elezione di Trump nel 2016).

Per smemorati  e distratti

Nel 2016 George Papadopoulos è il più giovane consigliere di Donald Trump nella campagna elettorale, ci ricorda Gianluca Di Feo su Repubblica. Manager ventinovenne di origine greca si occupa di petrolio e Mediterraneo: per questo viaggia spesso in Europa. Durante un convegno incontra Joseph Mifsud, sedicente uomo di governo maltese, molto attivo in centri studi londinesi assai particolari, e docente all’ateneo privato romano Link Campus University.

Il professore spia maltese

Mifsud vanta relazioni importanti a Mosca, presenta a Papadopolous una presunta nipote di Putin, e soprattutto gli fa cenno alla possibilità di mettere mano su materiali riservati di Hillary Clinton, la sfidante democratica di Trump. Migliaia di mail sottratte da un misterioso attacco hacker e poi pubblicate in parte da WikiLeaks. Papadopoulos sostiene che Mifsud li aveva definiti “dirt”, sporchi, consapevole quindi che si trattava di documenti trafugati e quindi illegali.

Capitolo chiave del Russiagate

Siamo all’avvio dell’inchiesta sui rapporti inconfessabili tra Trump e il Cremlino, che avrebbe condizionato le elezioni Usa con campagne di disinformazione ai danni dei democratici. L’istruttoria viene affidata al procuratore speciale Robert Mueller. L’Fbi indaga Papadopoulos. I federali Usa dimostrano che il giovane manager ha mentito. Lui confessa e se la cava con 12 giorni di cella e un anno di libertà vigilata. Ora, con la grazia, fedina penale vergine.

Papadopoulos, lo sconto non gli basta

Dopo la scarcerazione però Papadopoulos si dichiara vittima di un complotto dell’Fbi per incastrare Trump. Descrive Mifsud, ascoltato dai federali a Roma, come un agente provocatore al servizio dell’intelligence di Australia, Gran Bretagna e Italia. Scrive pure un libro in cui evoca il ‘Deep State’, l’oscuro ‘Stato profondo’. Nell’impegno editoriale l’aiuto importante della moglie italiana Simona Mangiante, già collaboratrice di Gianni Pittella al Parlamento Europeo.

Papadopoulos e la bella moglie italiana

Controffensiva di Trump sul Russiagate

Quando la Casa Bianca lancia la sua contro-inchiesta sul Russiagate, Mifsud diventa personaggio chiave, salvo il fatto che il presunto professore maltese è scomparso e sfugge a qualunque ricerca degli investigatori americani. Più spia molto coperta che professore. Addirittura, il ministro della Giustizia Usa William Barr e il procuratore speciale John Durham, nell’estate 2019 sono due volte a Roma, cercando collaborazione per chiarire il mistero Mifsud.

Link Campus University

Sulla pista di Mifsud, si arriva alla Link Campus University, presidente l’ex ministro degli interni d’era democristiana Vincenzo Scotti, università telematica considerata la fucina della classe dirigente del Movimento 5Stelle, frequentata da alcuni vertici della nostra intelligence e impegnata in collaborazioni con atenei statali moscoviti. L’informatissimo Di Feo scrive che «Azionista della Link è l’avvocato svizzero Stephan Roh, moglie russa e consulenze nel settore energetico russo».

Intreccio spaventoso copri tutto

Barr (ora ministro dimissionato) e il procuratore Durham a Roma incontrano il direttore del Dis, l’organismo burocratico di coordinamento dell’intelligence, Gennaro Vecchione, figura definita vicina al premier Conte, ma non una vera spia. Quando i due americani chiedono di parlare con le spie operative, i direttori di Aise e Aisi, negano qualsiasi rapporto con l’ormai fantomatico Mifsud. Finale di tante trasferte romane, due cellulari forse usati da Mifsud avuti ufficiosamente da chi?

Fronte Italiano tra non spie e Copasir

Magistrato e ministro stranieri a trattare direttamente con le nostre strutture di spionaggio? Al Copasir – il Comitato parlamentare di controllo sull’intelligence – qualcuno si arrabbia. Conte li definisce ‘normali scambi informativi tra alleati’ (controprova con la Cia su Stay Behind e Strategia della tensione?), e tutto finisce nel dimenticatoio, compreso il molto sospettabile Missud, comparso persino con la qualifica di ambasciatore, probabile spia (agli ordini di chi?).

Il ritorno del Russiagate

Secondo Trump, l’istruttoria Durham avrebbe raccolto prove sufficienti a dimostrare la trama contro di lui. E ancora pochi giorni prima delle elezioni, Trump cerca di ottenere il via libera a diffondere i documenti della contro-inchiesta (cosa avevano ottenuto dal nostro spionaggio?). «L’istanza viene respinta in una concitata discussione tra i vertici degli 007 americani nel timore che la divulgazione danneggi “i rapporti con gli alleati”». Qualcuno in Italia dovrebbe essere chiamato a spiegare.

Joe Biden vincitore ma Trump insiste

«Pure dopo la vittoria di Joe Biden, Trump cerca di insistere per divulgare ‘l’altra verità’ sul Russiagate», insiste Di Feo. Anche Papadopoulos e la moglie non si sono fermati, su Twitter ogni notizia a sostegno della loro tesi. «Ieri entrambi hanno ringraziato la Casa Bianca per il provvedimento di clemenza: “Non nego di stare piangendo”, ha scritto Simona Mangiante». Lieto fine o colpo di coda finale che apre i cassetti sui misteri intrecciati tra Roma, Londra e Mosca?

Cosa raccontammo noi di Remocontro

Suspence sino al 13 gennaio, nuovo presidente Usa dopo l’avventura Trump. Tre settimane in cui tutto e il peggio di tutto è ancora da temere. Ma leggiamo cosa scrisse il nostro Michele Marsonet, nell’aprile 2019 sul collega maltese che aveva incontrato a La Valletta alcuni anni prima, quando gestiva le relazioni internazionali della University of Malta. Mifsud, che parla perfettamente italiano, era anche Presidente dell’Euro-Mediterranean University a Portoroz in Slovenia.

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AVEVAMO DETTO

Tags: Roma Russia Trump
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