
Il presidente degli Stati Uniti ancora per poco, Donald Trump, ha deciso di ricorrere nuovamente alla Corte Suprema contro l’esito delle elezioni presidenziali in Pennsylvania. Lo riferisce il quotidiano ‘Politico’. Il suo staff elettorale ha annunciato ieri, 20 dicembre, di aver presentato una nuova petizione alla Corte Suprema, chiedendole di esprimersi sulla costituzionalità delle modifiche alle norme elettorali approvate dal governo di quello Stato, che ha consentito un uso su vasta scala del voto postale.
L’ipotesi di un ribaltamento dell’esito del voto da parte della Corte Suprema appare estremamente improbabile -rileva ‘Politico-, ma se anche tale scenario dovesse concretizzarsi, la Pennsylvania da sola non basterebbe a ribaltare la vittoria del democratico Joe Biden, che la scorsa settimana ha ottenuto il voto della larga maggioranza dei grandi elettori, diventando ufficialmente il presidente eletto degli Stati Uniti.
Secondo indiscrezioni, durante un incontro nello Studio ovale venerdì sarebbe emersa l’ipotesi di ricorrere alla legge marziale per capovolgere il risultato delle elezioni Usa. Lo riporta Cnn citando alcune fonti, secondo le quali non è comunque chiaro se il presidente americano uscente Donald Trump abbia cavalcato o meno l’idea. L’unica certezza è che la riunione – alla quale oltre a Trump erano presenti i suoi più stretti consiglieri e l’ex alla sicurezza nazionale Michael Flynn – si sarebbe conclusa fra le urla.
Lo staff del presidente avrebbe bocciato in tronco l’ipotesi, anche se solo ventilata. Una bocciatura non andata giù a Flynn, che avrebbe accusato i collaboratori di Trump di voler scaricare il presidente uscente. Il presidente Usa, Donald Trump, ha bollato come “fake news” le indiscrezioni circolate sui media americani
Nel frattempo YouTube ha rimosso dalla propria piattaforma le dichiarazioni di un legale del presidente Donald Trump, Jesse Binnall, in una audizione in merito alle presunte irregolarità elettorali. All’inizio di dicembre, YouTube ha annunciato la rimozione dalla propria piattaforma di tutti i video «contenenti accuse infondate di frode diffusa o errori che avrebbero inficiato l’esito di una storica elezione presidenziale Usa».