
Indiani, come credeva Colombo, o Pellerossa per i primi coloni bianchi e razzisti, ‘nativi americani’ oggi per il politicamente corretto. Deb Haaland, parlamentare dello Stato del Nuovo Messico -scrive Luca Celada sul Manifesto-, è cresciuta a Mesita, vicino ad Albuquerque, in un Pueblo, gli antichi borghi tribali che sono fra gli insediamenti più antichi del continente nordamericano. «Gli Indiani Pueblo sono popolazioni agricole e stanziali, a differenza di vicini nomadi Apache, discendenti degli Anasazi, violentemente sottomesse dalla conquista spagnola già nel 600 e vittime successivamente della pulizia etnica cui sono stati sottoposti i nativi».
«Una storia che ingigantisce l’importanza simbolica della nomina di Haaland che per la prima volta porterà al ministero il bagaglio culturale degli ‘sconfitti’ e potrà influire direttamente sul processo di elaborazione e rettifica storica che rimane cruciale ed incompiuto processo della parabola nazionale e di una necessaria riparazione se l’America vorrà avanzare la riconciliazione così bruscamente interrotta dal nazionalismo suprematista di Donald Trump», ricorda con dovuta severità, Celada. Temi di giustizia sociale ed economica sotto la rubrica della riforma ambientale.
Il ministero dell’Interno all’americana, ha la gestione delle terre federali corrispondenti a circa un quinto del territorio nazionale, e ha giurisdizione, attraverso il ‘Bureau of Indian affairs’, anche sulle popolazioni a cui quelle terre sono state sottratte. Non semplice burocrazia demaniale. Il Bureau creato nel pieno delle «guerre indiane», è stato storicamente l’organo per amministrare le riserve e le popolazioni native sottomesse e la lunga scia di ingiustizie cui sono state sottoposte. Il ministero amministra territori protetti e parchi nazionali, fauna e flora a rischio, rilascia le licenze minerarie e petrolifere per i territori federali, risorse che si trovano spesso su territori protetti e riserve.
Far West, Nuova Frontiera e sfruttamento delle risorse, le lettura coloniale bianca. Pulizia etnica e genocidio il risultato finale per i popoli nativi americani. «Non a caso i ministri che hanno ricoperto questa carica si sono spesso trovati al centro di polemiche politiche. Sotto Reagan, ad esempio, il ministro James Watt era stato punta di diamante della sistematica decostruzione delle protezioni ambientali istituite nei decenni precedenti, promossa dall’onda reazionaria e confindustriale». Un’opera che Trump ha tentato di completare assegnando ad esempio la carica a Ryan Zinke, ex Navy seal, speculatore e petroliere.
L’ex Navy seal, moderna ‘giacca blu’ a caccia di indiani, ha aperto a cacciatori e trivelle, tagliato parchi nazionali come lo Staircase Escalante in Utah, con i suoi insediamenti ancestrali Hopi e infine, la riserva naturale artica, nuova frontiera di sfruttamento per i giacimenti petroliferi. Sempre per la storia e a imperitura vergogna, lo sfruttamento di risorse come l’uranio minato sulle riserve Navajo in Arizona e recentemente la costruzione dell’oleodotto Dakota Access su terre Sioux, con il ‘Department of the interior’ da sempre «Il dicastero che più direttamente esprime alcune tematiche fondanti della nazione legate alla conquista continentale e le storiche ingiustizie connesse».
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