«Brexmas», Brexit + Christmas, possibile regalo di Natale. Intanto l'Italia supera il Regno Unito nell'export Usa
«Brexmas», Brexit + Christmas, possibile regalo di Natale. Intanto l’Italia supera il Regno Unito nell’export Usa

“Brexmas” titola il londinese Sun: unione di “Brexit e “Christmas”. Gli inglesi troveranno il sospirato accordo sotto l’albero di Natale, per salvare le proprie esportazioni ed evitare la doppia botta economica della Brexit e del Covid? Intanto, nell’export verso gli Usa, Italia batte UK, ma per aver perso di meno.

Il sorpasso a chi perde di meno

Il sorpasso del Made in Italy per la prima volta nei confronti di Londra, ma è gara segnata dal Covid, su chi ha perso di meno, ci avverte Enrico Franceschini su Repubblica. Tempi grami anche per le esportazioni britanniche verso l’Europa. La Camera di Commercio di Londra implora lo scapestrato Boris di evitare l’uscita con un “No Deal”. Cauto ottimismo sulle possibilità di accordo, col parlamento di Westminster che i più sensati tra i sudditi del Regno, sperano possa essere chiamato ad approvare la ‘Breximas’, Brexit+Cristmas, con una intesa regalo di Natale per tutti.

Diamo i numeri cercando di consolarci

Dunque, per la prima volta da un bel po’, l’Italia supera il Regno Unito nelle esportazioni negli Stati Uniti. Ultimo semestre 2020, +2,5 per cento di merci verso gli Usa rispetto a quello britannico. Lo decreta stamane il Financial Times, anche se il sorpasso è una corsa a chi indietreggia di meno nella crisi economica globale da pandemia. Per Londra un pessimo campanello d’allarme. «Segnala che il Covid sta arrecando qui più danni economici in GB che in altri paesi europei e fa temere che, dopo la Brexit, sostituire con l’America lo stretto rapporto commerciale avuto finora con l’Europa non sarà così semplice come lascia credere Boris Johnson», considera Franceschini.

Importazioni americane crollate

Tra fra maggio e ottobre, le importazioni americane dal Regno Unito sono precipitate, con un calo del 30 per cento, quasi il doppio rispetto al declino nelle importazioni da Germania e Spagna, e il 9 per cento in più del regresso registrato per le importazioni dall’Italia, che è comunque stato di un severo 21 per cento. In questo modo comunque, osserva il Financial Times, l’export italiano verso gli Usa ha superato quello britannico. Un risultato senza precedenti dal 1980, l’anno in cui si è cominciato a tenere queste statistiche.

Una gara a chi retrocede di meno

Il dato risulta particolarmente allarmante per Londra perché gli Stati Uniti sono il maggior partner commerciale britannico a livello di singoli paesi. Ma le esportazioni GB sono in caduta libera anche verso l’Unione Europea, il mercato verso cui va/andava ben il 40 per cento dell’export britannico. «In questo momento c’è chiaramente nervosismo a comprare prodotti britannici, in particolare nella Ue, data la mancanza di chiarezza su prezzi, dazi e regolamentazioni in vista della fine della fase di transizione, che si concluderà il 31 dicembre, rendendo la Brexit realtà», commenta e spera Michael Gasoriek, docente di economia e direttore dello Uk Trade Policy Observatory.

Boris il matto, trova un accordo ‘please’

Di fronte a questo dati la Camera di Commercio britannica ha ufficialmente fatto appello al governo per un accordo sulle future relazioni commerciali con l’Europa, scongiurando il “no deal”, una possibilità che ha già creato code di camion di chilometri al porto di Dover per fare arrivare le merci prima della fine dell’anno. Dopo le previsioni pessimistiche di entrambe le parti fino a pochi giorni or sono –possibili bluff incrociati-, ieri segnali un po’ più positivi. «L’accordo ancora non c’è, ma vediamo una strada per arrivarci», dichiara Ursula von der Leyen, mentre Downing Street fa sapere che il parlamento di Westminster potrebbe venire riaperto durante le festività natalizie, e non solo per farsi gli auguri

«Brexmas», Brexit + Christmas. Sospirato accordo sotto l’albero di Natale, ed evitare la doppia botta economica della Brexit e del Covid?

Tags: Brexit
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