Ultima sconfitta per Trump, lunedì la proclamazione di Biden, e ultime cattiverie sul vaccino
Ultima sconfitta per Trump, lunedì la proclamazione di Biden, e ultime cattiverie sul vaccino

La Corte suprema boccia il ricorso presentato dal Texas. I giudici hanno confermato la validità del voto per eleggere il nuovo presidente degli Stati Uniti. Approvato il vaccino, si parte, ma è scontro tra l’uscente Trump e l’entrante Biden. Corsia privilegiata vaccino, a favore di chi deciderà Trump?

Corte suprema a destra, ma non dietro le favole

Proprio la Corte suprema, il tribunale costituzionale Usa che Trump è riuscito a sbilanciare fortemente a destra, ha dovuto dire al presidente uscente che se ne deve andare, e che lunedì i ‘Grandi elettori’ scelti nei 50 Stati proclameranno Joe Biden, prossimo Presidente degli Stati Uniti. Inauguration Day e insediamento alla Casa Bianca il 20 gennaio. Battaglia persa per Trump, che si proclama  vincente sempre e comunque. Con Trump che passerà i prossimi quattro anni a rilanciare la leggenda di un’elezione truccata e rubata per riprovarci nel 2024, America e destino permettendo.

Ecatombe Covid, approvato il vaccino, si parte

Risolto il problema presidente, si apre anche una speranza contro il Covonavirus con l’avvio delle vaccinazioni. Già da lunedì (giorno della conferma di Biden Presidente?, o al più tardi martedì, comincerà la somministrazione del vaccino Pfizer, dopo il via libera della Food and Drugs Administration, l’autorità federale dei farmaci. Pronte per la distribuzione quasi 3 milioni di “doppie dosi” (il vaccino Pfizer richiede un richiamo a tre settimane dalla prima inoculazione),al momento solo quanto per meno dell’un per cento della popolazione. Priorità a due categorie a rischio: il personale sanitario, medici e infermieri e gli anziani ricoverati in case di cura.

Sul vaccino Trump straripa e Biden si arrabbia

Nei giorno scorsi Trump era intervenuto con messaggi minacciosi contro l ’autorità federale sui farmaci. «Grossa, vecchia, lenta tartaruga», il tweet poco presidenziale.  Poi il capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows, era arrivato a minacciare di licenziamento il capo della struttura scientifica di garanzia, per il vaccino libero subito. A stretto giro ha risposto il presidente eletto Joe Biden, ritenendo il brutale richiamo di Trump, una illegittima interferenza politica: «Non ci può essere alcuna influenza politica sul vaccino», ha twittato. Con altri pericoli nascosti

Il soprassalto sospetto di Trump contro il coronavirus

«Negli Stati Uniti come in Europa esistono movimenti no-vax di ogni colore ideologico, più le aree grigie di diffidenza», avverte Alberto d’Argenio su Repubblica. Un intervento sulla Fda perché tagli corto nelle procedure può essere contro-producente. Per rassicurare gli scettici è intervenuto, Anthony Fauci, uno dei massimi esperti medici dell’Amministrazione Trump, spesso in dissenso col presidente uscente, che si farà inoculare il vaccino in pubblico.

Il quotidiano 11 settembre e Pearl Harbor

Il capo dell’autorità sanitaria Centers for Disease Control (Cdc) nelle stesse ore ha lanciato agli americani un avvertimento, scrive Alberto d’Argenio su Repubblica. :«Nei prossimi 60 o 90 giorni subiremo più morti ogni giorno che l’11 settembre 2001 o nell’attacco di Pearl Harbor». È la conferma che gli oltre tremila decessi quotidiani diventeranno la “nuova normalità”, il bilancio medio a cui l’America deve abituarsi.

Dai negazionisti alla corsa al vaccino

Negazionisti e quelli delle bugie sulla ‘semplice influenza’, e la non mascherina esibita come simbolo politico. Per altri, la gara per farsi dichiarare “servizi essenziali” e passare in testa alla lista d’attesa. Le compagnie aeree sono uno dei settori che punta a questa scorciatoia. «Avere diritto a una distribuzione prioritaria, significa accorciare di mesi il ritorno alla normalità, recuperare clienti, fatturato e profitti», sempre d’Argenio.

«La decisione su chi abbia diritto a questa corsia preferenziale è politica, e per il momento spetta all’Amministrazione uscente». Trump all’ultima prova.

A New York intanto, follia razzista

Un veicolo lanciato in velocità contro un gruppo di manifestanti legati al movimento anti-razzista Black Lives Matter. Due donne bianche al volante, di colore i manifestanti bersaglio. Un ferito in serie condizioni, sei giovani manifestanti con ferite lievi ricoverati in ospedale. Per la polizia di New York «un’aggressione premeditata», con ogni probabilità a sfondo razzista. «L’auto si è avventata su di noi invadendo la pista ciclabile». Protesta di solidarietà con lo sciopero della fame degli immigrati senza documenti detenuti.

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