Accordo Brexit, o la va o la spacca. Le scatole le ha già rotte
Accordo Brexit, o la va o la spacca. Le scatole le ha già rotte

Una questione decisiva per il futuro di tutti attorno a cui i protagonisti sembrano comportarsi tutti da folli. A Parte Boris Johnson, che il materia è imbattibile. L’Uscita del Regno Unito dall’Unione Europa, il minuto 1 del 2021, fine anno bisestile, e forse qualcosa forse vorrà dire, sostengono gli scaramantici. Resta il fatto che le notizie sulla difficile trattativa in bilico tra accordo e non accordo, sono nostro malgrado, potenziali bugie, visto che le parti in campo usano anche l’informazione per diffondere minacce e far crescere paure per influire sull’avversario.

La sola verità certa? Che se la Gran Bretagna dall’1 gennaio 2021 sarà fuori dall’Unione europea senza un accordo commerciale, sarà cacca per tutti. Più per gli inglesi, ma la Manica è stretta e il brutto odore arriverà anche sul continente.

Sul fronte di Calais

Agenzia ANSA: «Brexit: Francia pronta a veto ‘se non c’è un buon accordo’». «La Francia è pronta a opporre il suo “veto” per un accordo sulla Brexit “che non sia buono” Lo ha sottolineato il governo francese. Ovvero se l’accordo non risponderà ad alcune specifiche esigenze, in materia di pesca per esempio».
Rai News 24. I negoziati tra Ue e Londra verso una fumata nera? Michel: “Per un accordo bisogna essere in due. Oppure è no deal” I nodi da sciogliere riguardano i diritti di pesca e le regole di concorrenza. Il presidente del Consiglio europeo ammonisce sui rischi di una mancata intesa, mentre Parigi è pronta a mettere il veto.
Milano finanza. «La futuro della City resta al palo, anche con un accordo Brexit». «Anche se i negoziatori britannici raggiungessero un accordo commerciale con l’UE, questo non coprirebbe il settore finanziario, vero gioiello della corona dell’economia del Regno Unito».
Il Foglio. «Un “no deal” sulla Brexit non è poi così distante». «Una decisione deve essere presa entro venerdì e l’Ue non intende accettare “un accordo degradato”».

Sola valutazione politica seria possibile

L’Unione europea è pronta a un “no deal” e a spingere il Regno Unito verso una “hard Brexit” l’1 gennaio 2021, per poi riprendere i negoziati su un accordo di libero scambio il prossimo anno con calma, senza la pressione del calendario e da una posizione ancora più forte per le ripercussioni di un’uscita britannica dal mercato unico e dall’unione doganale, la valutazione di molti analisti.
Perché i veri guai per Boris Johnson inizieranno quando la trovata del vaccino prima di tutti non nasconderà i 60 mila morti in casa, e l’economia in profonda recessione, peggio tra tutti in Europa quasi ex, e qualche suddito di sua Maestà inizierà a farsi i conti in tasca senza le lenti deformanti dell’impero che non tornerà e di Trump che non li aspetta.

Londra rispetti gli accordi già firmati

«Londra rispetti l’accordo di recesso, è questione di credibilità», l’accordo firmato sul confine tra le due Irlanda. Pressima provocazione di Boris che potrebbe addirittura riaccendere l’inferno tra Belfast e Dublino. E il ‘creativo’ si svela irresponsabile. Gli ostacoli principali per un’intesa rimangono i diritti di pesca e le regole di concorrenza e il modo in cui garantire l’applicazione di queste regole, visto come Boris usa la carta su cui sono scritti gli accordi. E sul nodo sulla “pesca”, mare condiviso, Parigi è già pronta al veto rispetto ad una ipotesi di accordo al ribasso. Non detto ma minacciosamente sottintesi, ‘il via vai delle merci via terra da e per l’isola, attraverso da casa nostra’.

Tempi del post divorzio strettissimi

I tempi burocratici per rendere operativo un accordo stanno per finire. Giovedì prossimo a Bruxelles è in programma il summit Ue che dovrebbe ratificare l’eventuale accordo (salvo veti nazionali), da approvare con un voto del parlamento sia a Strasburgo che a Londra. Quasi oltre il tempo massimo. E il governo tedesco, che ha la presidenza di turno dell’Unione europea, mette tutto il suo peso sul piatto, in aggiunta alla Francia. «L’Ue è pronta a raggiunge un accordo con la Gran Bretagna, ma non a qualsiasi prezzo».

‘Tempesta sulla Manica, Continente isolato’

Molto orgoglio imperiale britannico, con qualche dimenticanza: ad esempio che il 43 per cento di tutte le esportazioni britanniche sono con i 27 dell’Unione Europea. Dopo di che, tutti a sperare in una Babbo Natale a sorpresa, anche stanotte stessa, dato che ormai, con il Covid anche il Natale cambia orari e che anche per la nascita di Gesù Bambini vale il coprifuoco.

Tags: Brexit
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