
Prima le cattiverie poi i favori. Una corsa ad attuare il massimo di provvedimenti nei suoi ultimi giorni al potere che più segnano i suoi quattro anni di presidenza, quasi testamento politico a modo suo, ma assieme di maggior intralcio possibile per Joe Biden che gli succederà. Tema lacerante e controverso negli States, la pena capitale. Negli Stati uniti la pena di morte è legale in 32 stati oltre che nell’ordinamento federale e militare. Per una direttiva di Trump a luglio sono morti già otto condannati. Ma altre uccisioni sono state messe in calendario di qui a gennaio, compresa l’unica detenuta donna sul braccio delle morte, Lisa Montgomery di 52 anni, vittima di abusi e con turbe psichiche. «La sua esecuzione è prevista appena una settimana prima l’insediamento di Biden», denuncia Luca Celada dagli States. Sfida aperta al nuovo presidente che ha ribadito la propria opposizione alla pena capitale e l’intenzione di abolire la pena di morte.
L’annuncio delle nuove prossime esecuzioni rompe la consuetudine di interrompere le esecuzioni federali durante la transizione fra due presidenze, annota l’AdnKronos.
Terra bruciata sull’ambiente. Regali alle lobby industriali con le aperture di aree protette: terre indiane, santuari marittimi e parchi nazionali, come l’intonsa riserva artica in Alaska per lo sfruttamento degli idrocarburi. Ma ai nemici, il maggior danno possibile. Donald Trump ha minacciato su Twitter di porre il veto alla legge annuale sulla difesa se il Congresso non metterà fine alla normativa che garantisce ai giganti del web l’immunità per i contenuti di terzi. Uno scudo legale che il presidente degli Stati Uniti definisce «una grave minaccia alla nostra sicurezza nazionale e all’integrità delle elezioni», dopo che Twitter e altri social hanno ‘censurato’ i post suoi e di altri conservatori sui presunti brogli elettorali.
Trump sta battagliando contro le grandi società di social media da mesi, accusandoli di essersi parziali e di osteggiare le voci dei conservatori. A ottobre ha chiesto ad alcune agenzie governative di studiare se fosse possibile varare nuove regole per queste aziende.
La legge annuale sulla difesa che stabilisce le politiche del Pentagono e decide su truppe, armamenti e altri obiettivi militari. Da 59 anni di fila viene approvata dal Congresso con una maggioranza trasversale.
La grazia a ‘futura memoria’ anche se manca qualsiasi ipotesi di reato. Creatività giuridica di possibilità incerte. Donald Trump ha discusso con i suoi consiglieri se gli è consentito concedere una grazia preventiva ai suoi tre figli adulti, Donald Trump Jr., Eric Trump e Ivanka, e a suo genero Jared Kusher, oltre che al suo avvocato personale Rudy Giuliani, nel timore che il dipartimento di giustizia della futura amministrazione Biden si vendichi contro di lui colpendo loro. Lo scrive il New York Times, confermando una notizia che era stata in un primo tempo diffusa da Abc News. Donald Jr, Eric e Ivanka, oltre al genero, Jared Kushner non hanno ricevuto alcuna incriminazione.
Donald Trump Jr. è stato indagato nel Russiagate per i contatti con i russi incontrati alla Trump Tower che offrivano materiale compromettente su Hillary Clinton ma non è mai stato incriminato. Kushner fornì false informazioni alle autorità federali sui suoi contatti con autorità straniere per il suo nullaosta di sicurezza, ma il presidente glielo garantì lo stesso. Le preoccupazioni del presidente per Eric e Ivanka potrebbero invece essere legate all’inchiesta della procura di New York sulle presunte frodi ed evasioni fiscali della Trump Organization. La grazia presidenziale, tuttavia, non copre i reati statali o locali.
Qualche rischio in più per Giuliani, l’ex sindaco di New York e fedelissimo di Trump, l’avvocato che guida la fallimentare offensiva legale sui ricorsi elettorali e su cui al momento non ci sono accuse specifiche. Ma è pendente la sporca storia sui maneggi del legale in Ucraina contro i Biden e sul suo ruolo nella cacciata dell’ambasciatrice americana a Kiev, episodi che sono stati al centro del processo di impeachment contro Trump.