
«Negli ultimi giorni del regime la logica conclusione di quanto annunciato fin dall’inizio: una dilagante illegalità e la saldatura fra cattiva fede e incompetenza».
Democrazia Usa in rianimazione dopo 4 anni di trumpismo, avverte Celada sul manifesto, mentre la stampa italiana ora celebra la democrazia americana che scoppia di salute dopo aver brillantemente resistito alle spallate del populismo. La «democrazia fondante» del moderno occidente non sarebbe mai stata così in forma come dopo aver debellato l’assalto trumpista.
«La verità è che nella Casa bianca permane asserragliato un presidente mitomane e squilibrato che scarica quotidianamente raffiche di tweet sul paese, ululando sull’illegittimità delle elezioni rubate».
Trump che sguinzaglia la sua squadra di legali a perdere la quasi totalità delle cause intentate in tribunale con cento pretesti. A che scopo? «Non conta trovare le schede gettate nei cassonetti o quelle contraffatte coi nomi dei morti, l’importante è che un numero sufficiente di persone ne abbiano la percezione fomentata e ci credano. Non importa che i Proud Boys e le numerose formazioni eversive incitate da quattro anni di retorica suprematista non abbiano ancora eretto le barricate. Il punto è la militarizzazione mentale e politica di una massa di fedelissimi adepti oltre ogni possibile mediazione»
Quel quarto di milione «testamento di una gestione criminale della crisi». E, valuta Celada, «Il virus non ha solo contagiato 13 milioni di americani: ha profondamente infettato il corpo politico del paese. E i sintomi devono ancora manifestarsi appieno. Sono destinati ad emergere durante la nuova amministrazione col colpevole apporto di un ostruzionismo repubblicano che farà leva sul fanatismo diffuso per promuovere l’agenda neoliberista che del populismo si fa scudo».
Celada denuncia di fatto la ‘mutazione genetica’ di una democrazia ormai in balia di abissali disuguaglianze. «La concomitanza dell’emergenza sanitaria, della catastrofe ambientale che incombe e di una crisi economica abissale fornirà l’occasione per l’agitazione delle fazioni no-vax e di uno scontro che riproporrà un’eredità populista fondamentalmente incompatibile con la democrazia. Per gestirla occorrerà uno sforzo monumentale da parte di un governo che parte già dimezzato e di una politica in brandelli e forse mortalmente ferita».
«Sostenere che l’elezione di Joe Biden alla Casa bianca rappresenta la rinascita della democrazia americana trionfante equivale a dichiarare finita la fame nel mondo perché l’indice Dow Jones ha superato quota 30.000».