ESPLOSIONE ATOMICA SOVIETICA
La bomba atomica più potente mai esplosa che dall’URSS salì fino ai limiti dell’atmosfera

Tra fantascienza e follia. Più quest’ultima. Diffuso per la prima volta il filmato dell’esplosione della ‘Bomba Zar’,  o ‘Ivan il grande’, il più potente ordigno mai esploso, che nel 1961 –era sovietica post staliniana Chrušcëv – annichilì tutto in un raggio di oltre 50 km. Il fungo atomico generato dalla ‘Bomba Zar’ nelle immagini diffuse ora per la prima volta dall’Agenzia atomica statale russa

Potenza che poteva e può distruggere il mondo  

È stata la più grande esplosione atomica mai prodotta dall’uomo e la fecero esplodere i sovietici nel 1961, ‘Ivan il Grande’ militarmente detto RDS-220. Ce lo ricorda Luigi Bignami su Avvenire che ricostruisce. «Fino a oggi circolavano solo sbiadite fotografie o brevi spezzoni di video che non chiarivano quello spaventoso episodio». Ora, grazie a una declassazione di materiali tenuti segreti fino a oggi dall’Agenzia atomica statale russa, è stato reso pubblico (e lo potrete vedere anche voi) un filmato integrale su quell’esperimento estremo nella guerra fredda che allora si combatteva.  

Esperimento nucleare verso l’impossibile

La bomba nucleare venne traportata in quota da un Tupolev Tu-95, in grado di far volare carichi fino a 26 tonnellate. Ma nonostante le dimensioni dell’aereo comunque, non si poteva alloggiare la bomba al suo interno e venne agganciata all’esterno: una enormità di morte sotto la pancia. Giorno scelto per l’esperimento il 30 ottobre. L’areo avrebbe liberato la bomba a circa 10.000 metri di quota e questa sarebbe esplosa a 4.000 metri dalla superficie terrestre. A quella quota la distruzione sarebbe stata massima.

Rischio mortale per l’aereo che colpiva

L’aereo, nonostante avesse avuto molti minuti a disposizione per allontanarsi dal luogo dell’esplosione, spiega ancora Bignami, sarebbe comunque stato investito da un’ondata di calore che poteva distruggerlo. «Si decise così di verniciarlo con una speciale tintura in grado di proteggere la struttura dell’aereo stesso dalle temperature elevate. E tutto avvenne come previsto dai piani». L’esplosione sprigionò un’energia di circa 50 megatoni, ossia pari a 50 milioni di tonnellate di tritolo o se si vuole, più di 3.100 volte l’energia sviluppata da Little Boy, la bomba atomica fatta esplodere dagli americani su Hiroshima.

3100 volte la potenza di Hiroshima

«Inizialmente Nikita Chrušcëv avrebbe voluto far esplodere una bomba da 100 megatoni, ma in seguito alla dichiarazione resa pubblica la presa di posizione del mondo intero fu tale che egli stesso ridimensionò il progetto». La bomba venne fatta esplodere sopra l’isola di Severnyj, a nord della Russa attuale, tra il mare di Barents e quello di Kara. Nel documentario appena reso pubblico si vede, al minuto 21:59, il momento in cui viene rilasciata la bomba nucleare, la quale inizia a cadere a terra frenata da un paracadute.

Sgancia e fuggi più veloce che puoi

Al minuto 22:45, quando il Tupolev si trova a circa 45 chilometri di distanza, ma non ancora completamente in sicurezza, l’esplosione. «Subito dopo si solleva una colonna di polveri con un diametro di 10 chilometri che diventano 20 nella zona superiore del fungo, il quale si innalza fino a circa 30 chilometri d’altezza, anche se è stato calcolato che del materiale raggiunse i 65 chilometri di quota. Si tenga conto che a 80 chilometri si considera l’inizio del vuoto dello spazio». Gli elementi radioattivi di quella e di tutte le altre bombe sperimentate dell’uomo, ce li siamo respirati e ce li respiriamo tutt’ora.

Il fungo visto da 800 chilometri

Il “fungo” fu visibile anche a 800 chilometri di distanza, mentre il flash dell’esplosione venne intravisto fino a 500 chilometri: un lampo creato dall’uomo. «Per fortuna i sovietici scelsero due elementi per contenere le drammatiche ricadute: da un lato un giorno con condizioni meteorologiche che non hanno amplificato le ricadute dell’esplosione, dall’altro il tipo di bomba nucleare».

La bomba ‘sporca’ e quella che ammazza più educatamente

RDS-220 era composta da tre stadi: il primo a fissione con uranio 238 (che rilasciò materiale radioattivo, ma in quantità ridotte) che servì per innescare il secondo stadio a fusione nucleare, che produceva energia facendo fondere atomi di idrogeno senza dare origine a materiale radioattivo. Il terzo stadio, anch’esso a fissione, era però avvolto da piombo che contenne –ci raccontano- il proliferarsi delle radiazioni. Insomma si potrebbe dire che fu una bomba nucleare relativamente “pulita”.

Una terra abitata solo da fantasmi

«I danni comunque, furono ingentissimi e il documentario ne mostra alcuni. Si vede come un’ampia superficie dell’isola sia stata completamente scorticata». Ogni forma di vita cancellata, la case nel raggio di circa 55 chilometri dell’epicentro rase al suolo.  Molte anche quelle furono che crollarono anche a 100 chilometri di distanza. Alla costruzione di quella bomba partecipò anche Andrej Sacharov, successivamente, noto per la sua lotta per i diritti civili, al punto da ricevere il premio Nobel per la Pace nel 1975.

Tags: atomica
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