
Il problema non è l’arricchimento folle di alcuni e l’impoverimento assurdo della maggioranza, le facce belle che perdiamo, i luoghi di incontro che chiuderanno per sempre: il problema è saper usare le regole nuove della gestione del coso nuovo, dell’aggeggio, del format, del meccanismo infernale che rendendoci schiavi felicemente certifica il fatto che sì, sappiamo spippolare bene gli strumenti formattati che ci mettono a disposizione. E lo facciamo con l’intelligenza pratica e senza dubbi, così come ci viene richiesta.
Il problema non è la desertificazione dei nostri paesi, l’abisso culturale che si apre davanti ai nostri piedi, fatto di ignoranza arrogante, di balletti clonati, negazionismi a casaccio e terrapiattismo etico: il problema non si pone più. La modernità è questa. Punto e basta. Non si discute.
Noi sognavamo la rivoluzione, la libertà e la bellezza. Per qualcuno il sogno si è avverato: la rivoluzione è arrivata col corriere, senza neanche alzare le chiappe dal divano, con la libertà di scelta in un clic. Che bellezza…
Accetto le critiche che ho ricevuto per il pezzo contro Amazon. Ma, ovviamente, non cambio parere. Il coro delle voci bianche non si confà al mio spirito critico. Qui in campagna, avvolto nello spirito rurale che rallenta il tempo e apre orizzonti reali alla vista, cammino sui sentieri fangosi e respiro l’aria fredda dell’alba.
Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza.
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