
Perché il virus è solo uno strumento nelle mani di un’élite sovranazionale di miliardari confiscasse il potere e instaurasse una dittatura tecno-sanitaria e finanziaria basata sull’inganno.
Questa, in sintesi, la tesi del documentario cospirazionista Hold-Up dell’ex giornalista Pierre Barnérias, autoprodotto e circolato sulle principali piattaforme di streaming raccogliendo milioni di visualizzazioni, come ha denunciato già nei giorni scorsi Andrea Capocci sul Manifesto.
Hold-Up riprende anche l’ormai noto (nel senso di insistito) complotto dei miliardari guidati dal re dell’informatica Bill Gates. Di rigore anche la presenza tra i complottisti di Soros eccetera eccetera. «Sapevano un po’ troppe cose in anticipo sul rischio di una pandemia per essere innocenti». In realtà era degli imbecilli (politicamente parlando) il «non sapere del rischio pandemico» noto all’intera comunità scientifica, non solo alle élite. Dal 2009 a oggi, l’Oms ha dichiarato ben sei emergenze pandemiche. Dopo la Sars e la Mers e i numerosi virus influenzali, l’emergenza di un nuovo coronavirus pericoloso non era affatto inaspettata. Il problema è, se vogliamo polemizzare, come ci si sia attrezzati ad far fronte alla minaccia, come sia stata prevenuta e portata a conoscenza della popolazione senza indurre panico.
Un catalogo delle principali teorie del complotto circolate in questi mesi, narrate attraverso la voce di «medici, scienziati e politici ‘contro’», quasi tutti rigorosamente di destra. Tra i politici –l’iniziativa pubblicistica spazzatura è francese- spicca Philippe Douste-Blazy, 4 volte ministro (anche della sanità) in governi a guida gollista, anche se dopo aver visto il risultato finale ha preso le distanze dal documentario. L’ingegnere che fa nascere il virus in un laboratorio all’Istituto Pasteur di Parigi nei primi anni duemila (altro che in ‘virus cinese’ citato sempre da Trump. La falsa la teoria secondo cui il virologo statunitense Anthony Fauci negherebbe in malafede i benefici dell’idrossiclorochina tanto amata da Trump (che poi, da contagiato, è stato curato ben diversamente).
L’obbligo di mascherina sarebbe poi la prova regina dell’inganno ai danni del popolo imbavagliato.
Gli stessi produttori delle mascherine, secondo gli autori, ammetterebbero che esse rappresentano una protezione inutile. Disonestà applicata. Sulle scatole delle mascherine chirurgiche è correttamente riportato che il dispositivo impedisce la fuoriuscita delle goccioline di saliva di chi le porta, non la penetrazione di quelle che provengono dall’esterno. Da questo l’obbligo ad averla tutti (io non sputacchio il mio virus ma anche tu devi farlo altrimenti mi contagi). Non sono affatto inutili, a patto che nelle situazioni a rischio le indossino tutti.
Terrorismo No Vax. Il documentario che non documenta ma disinforma, e dà voce a una dottoressa secondo cui i vaccini in corso di sperimentazione basati sull’Rna sarebbero in grado di provocare mutazioni genetiche modificando il genoma delle prossime generazioni. Scienza accreditata e condivisa: «È vero che i vaccini utilizzano i meccanismi di replicazione genetica, ma l’Rna virale trasportato dal vaccino non può mescolarsi al Dna dei cromosomi né influire sui genoma di ovuli e spermatozoi che si mescoleranno nelle cellule delle generazioni successive».
«ll complottista è colui che usa un pensiero primitivo e quotidiano per analizzare la realtà, determinato dal primo cervello, quello emotivo, che non passa al vaglio della razionalità. Un modello intriso di pregiudizio e superstizione», spiega sull’UffPost Lorita Tinelli, psicologa. E questo spiega alcune citazioni precedenti. Ma molto più complesso ciò che si muove dietro Hold-Up, segnala Linda Varlese. Hold-Up, infatti, inizia elencando domande e critiche emerse nel dibattito pubblico dall’inizio della pandemia, comprese le controversie sulle mascherine, le origini del virus, gli effetti dannosi dei lockdown e il ruolo delle lobby farmaceutiche. Mescolare elementi di verità con false interpretazioni, scoperte troncate e menzogne, travolgendo il pubblico con il maggior numero di argomenti possibili, senza lasciare il tempo di digerire le informazioni e riflettere sulle cose.
«Perché un brutto documentario ottiene così grande ascolto solo a colpi di farneticazioni», ci chiediamo assieme ad Andrea Capocci. Tra una bufala e l’altra, il documentario tocca anche aspetti realmente controversi, anche se è forzatura plateale e bugiarda volerli ricondurre a cospirazioni nascoste. «L’incertezza ha generato raccomandazioni contraddittorie da parte delle autorità sanitarie, e sarebbe difficile chiedere ai politici maggiore accordo», la conclusione di Capocci. Aggiungendo che l’invasione monotematica televisiva e ossessiva ha aiutato a creare mostri di infettivologi a titoli ignoti la cui credibilità si è andata via via screditando a somma di scemenze irresponsabili.
Salvo giornalismo altrettanto irresponsabile e politicamente schierato, e voler sistematicamente creare il caso non a caccia di verità ma di audience.