Svizzera referendum armi
Svizzera referendum: continuiamo a fare soldi finanziando i produttori di armi?

I cittadini della Svizzera domenica al voto per l’ennesimo referendum popolare, questa volta di alto valore morale e ma anche di pesante sostanza monetaria, che da quelle parti ottiene da sempre grande attenzione.

Vietare o no il finanziamento bancario ai produttori d’armi?

L’iniziativa è stata avviata dopo una campagna che ha raccolto 120 mila firme che ha rilanciato uno studio condotto dall’Istituto di ricerca indipendente Profundo, il quale stima che le banche svizzere hanno concesso prestiti e hanno acquisito quote di azioni per un valore di quasi 11 miliardi di dollari in società del settore degli armamenti come Lockheed Martin, Northrop Grumman e General Dynamics.

In palio un marea di miliardi

La Banca nazionale svizzera (Snb), Ubs e Credit Suisse sarebbero gli operatori finanziari con la maggiore esposizione (almeno quella nota). Per la banca nazionale, sostenono i sostenitori del Non al referendum, il referendum minaccerebbe anche l’indipendenza della Banca centrale della Svizzera. Il referendum sul divieto dei finanziamenti a chi fabbrica armi si svolgerà in concomitanza con quello volto a limitare gli investimenti dannosi per l’ambiente e i diritti umani.

La votazione in breve

Rispettando regole e autorizzazioni severe, la Svizzera partecipa da sempre alla fabbricazione e all’esportazione di materiale bellico come pistole, fucili d’assalto o carri armati.

Vietati per legge soltanto il finanziamento, la fabbricazione e la commercializzazione di armi atomiche, biologiche e chimiche, mine antiuomo o bombe a grappolo.

Ma ai proponenti il referendum ritengono la legge attuale insufficiente e chiedono quindi di vietare il finanziamento di tutto il materiale bellico, senza distinzione. Sarebbero vietati non solo la concessione di crediti alle aziende che producono armi ma anche la detenzione di azioni e prodotti finanziari legati ad aziende che producono materiale bellico.

Produttore di materiale bellico chi?

L’iniziativa considera produttore di materiale bellico ogni azienda che realizza oltre il 5% della sua cifra di affari annua dalla produzione di armi. Ma il Consiglio federale e Parlamento – tra qualche ragione e molti interessi- ritengono che l’iniziativa non garantirebbe la diminuzione della produzione di armi, né il numero di conflitti nel mondo. Certe invece le conseguenze economiche dannose per la Svizzera.  Citati addirittura i rendimenti delle casse pensioni.

Tutti i pensionati a rendita armata? Replica facile, le casse pensioni potrebbero realizzare rendimenti in linea con il mercato anche non investendo in imprese d’armamento.

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