
«Youssef aveva solo 6 mesi», a dire che se la morte cancella sempre e comunque la vita, morire nel modo in cui è morto Youssef, non ha giustificazione comprensibile. Parole meste quelle del parroco di Lampedusa, Carmelo la Magra, riferite da Avvenire, il giornale dei vescovi. Mercoledì il naufragio al largo della Libia, in cui sono morte altre cinque persone, due donne e tre uomini. Il corpicino di Youssef è stato portato sull’isola insieme alla giovane mamma e a una donna incinta.
«Caro Youssef – scrive il sacerdote – nei tuoi sei mesi di vita, niente avesti da bambino, né una culla, né giochi, né serenità o pace. Sei mesi e mai hai potuto essere bambino, come la tua mamma giovanissima e già al colmo del dolore. Noi oggi e sempre, qui, siamo la tua famiglia. Ci vediamo in cielo dove saremo bambini per sempre».
Il bimbo, soccorso insieme agli altri naufraghi da Open Arms, secondo la ong spagnola è morto a causa dei ritardi nell’intervento delle autorità europee che erano state sollecitate perché si prendessero subito carico dei sopravvissuti. Sei le vittime della tragedia del mare.
«Di fronte a eventi terribili come questo – dice il sindaco Totò Martello- l’opinione pubblica si commuove e si indigna, ma a questa reazione non segue un passo conseguente della Comunità europea sulla necessità di garantire la sicurezza nel Mediterraneo e si continua a scaricare sui territori di confine il peso maggiore della prima accoglienza».
Il fascicolo aperto dalla procura, è ‘per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per naufragio colposo’. Per ora. Da capire i tempi dei soccorsi, se ci sono stati ritardi e per quali motivi, e se il bimbo poteva essere salvato. Alla Guardia costiera di Lampedusa la drammatica testimonianza della mamma di Youssef, la giovanissima Hajay che compirà 18 anni il prossimo 18 novembre. Con lei è stata ascoltata anche un’altra donna, evacuata dall’Open Arms perché incinta, mentre il resto dei naufragi attende ancora di essere sbarcato.
La procura ha acquisito i registri di bordo e delle comunicazioni partite in quelle ora dalla nave della Ong. Sia sul naufragio che sulle condizioni di Youssef. E dalla Open Arms arrivano altre immagini che toccano il cuore.
Sono quelle di un altro bambino, Bangaly, 6 anni, che racconta il naufragio e chiede “dove è mamma?”. La sua mamma è una delle due donne morte.
A pochi giorni dal drammatico evento costato la vita a sei persone tra cui il neonato Yìoussef, almeno 74 migranti sono morti annegati al largo delle coste libiche. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni l’imbarcazione affondata trasportava oltre 120 persone, tra cui donne e bambini. I 47 sopravvissuti sono stati portati a riva dalla Guardia Costiera libica e da pescatori, 31 corpi sono stati recuperati. Poi poco più tardi ancora vittime al largo della Libia: altri 20 migranti annegati. A farlo sapere Medici senza Frontiere.