
A livello globale l’Italia al sesto posto per i morti, preceduta da Stati Uniti, Brasile, India, Messico, e Regno Unito. Mentre per quanto riguarda i contagi, il nostro Paese è in dodicesima posizione. Questo secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, aggiornati sempre con un paio di giorni di ritardo.
In una settimana, dal 28 ottobre al 3 novembre, i contagi sono cresciuti del 60%, e il dato si riflette sul numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, portando gli ospedali verso la saturazione. Il numero di decessi nell’ultima settimana ha superato i 1.700. La situazione nazionale rimane comunque molto eterogenea con notevoli variabilità regionali.
La cabina di regia per la prima volta pubblica le valutazioni sul rischio delle regioni: sotto la lente Calabria, Val d’Aosta e Campania. Protestano quasi tutti i governatori delle ‘zone rosse’ colpiti dalle restrizioni più onerose, ma è umano ‘grido di dolore’. «C’è poco da discutere su Lombardia e Piemonte, -osserva Andrea Capocci sul Manifesto-. Oltre a un numero molto elevato di nuovi casi, registrano un indice Rt pari a 2 che indica un ulteriore peggioramento. Ha destato stupore, invece, la classificazione della Calabria tra le zone più a rischio».
La Calabria è la regione con il più basso numero di nuovi casi: 20 ogni 100 mila abitanti nell’ultima settimana. Ma l’indice di trasmissione Rt, la misura del contagio, è a 1,84, uno dei più elevati. Solo Lombardia e Piemonte sono in una situazione peggiore. Questo significa che la tendenza è in netto peggioramento. Alla velocità del contagio si somma un sistema sanitario assai fragile. Secondo la cabina di regia la probabilità di saturare le terapie intensive con i pazienti Covid è superiore al 50%.
«Il deficit strutturale delle strutture sanitarie» insieme all’indice Rt e alla scarsità di personale spiega perché «sia finita in una fascia più elevata di quello che potrebbe sembrare basandoci sul numero dei casi».
Preoccupa anche la capacità della Regione di raccogliere e trasmettere dati sufficientemente precisi per monitorare la situazione. Ancora Calabria: «È stato rilevato un forte ritardo di notifica dei casi, e non è nemmeno sicuro quanti siano i pazienti ricoverati in rianimazione». Nella notte l’ospedale di Cosenza ne aveva cancellati 15, depennati solo in quanto «non intubati», forse per un tentativo estremo di abbellire le cifre.
L’opacità non è limitata alla Calabria, sempre da Andrea Capocci. «Ritardi di notifica sono registrati anche in Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli, Liguria, Marche, Sicilia e Veneto. Va ancora peggio in Val d’Aosta, altra regione rossa dal punto di vista epidemiologico, che da ben tre settimane è dichiarata in una situazione ‘non valutabile’ per mancanza di dati». Altre regioni forniscono dati contraddittori alla Protezione Civile e all’Istituto di sanità, come Toscana e in Sardegna dove non si capisce se i casi aumentano o diminuiscano. «Abruzzo, Basilicata, Liguria, Val d’Aosta e Veneto non sono in grado di fornire dettagli clinici su oltre il 40% dei casi sintomatici, e questo rende più incerta la stima dell’indice di trasmissione Rt».
Anche in Campania, alla vigilia della valutazione erano spariti 52 pazienti dalla terapia intensiva. «Vi erano stati inseriti per errore», la versione ufficiale, ma ora si chiede chiarezza. Molti si aspettavano che la regione figurasse tra le zone a rischio e non nell’area gialla in cui poi è finita. «È una situazione complessa», spiega l’infettivologo e responsabile della prevenzione Gianni Rezza, che aveva reso pubbliche le valutazioni che hanno collocato le regioni nelle zone rosse, arancioni e gialle. Con molti casi nel nord e decisamente di meno nel sud.
«L’indice di trasmissibilità Rt in Campania è più basso rispetto a quello della Lombardia o della Calabria. Ciò significa che la trasmissione molto aumentata nelle scorse settimane si è stabilizzata anche se il numero dei casi è alto -ha detto Rezza-. Ci sono Regioni come l’Umbria o la Provincia autonoma di Bolzano che oggi segnano più di 700 positivi che, sulla popolazione, è un numero piuttosto ampio ed elevato».