
Non più il ‘se’, ma il ‘quando’ e il ‘quanto’. Il lockdown alla francese, lo definisce Andrea Colombo sul Manifesto, evitando cioè il blocco della produzione manifatturiera e della scuola, di una parte almeno della scuola, e qui si scontrano opinioni diverse. La pandemia in apparante inarrestabile crescita, e il Paese è alla soglie dello ‘Scenario 4’, pericolo grave e l’obbligo di limitazioni severe. Che questa volta però il governo, con qualche problema interno, sembra deciso a far discutere su nuove eventuali restrizioni dal Parlamento. Nessun altra Dpcm a rincorre di pochi giorni il precedente. Settimana di verifica degli effetti delle attuali restrizioni.
«Il margine di possibilità di evitare il lockdown è affidato a ulteriori restrizioni da decidere invece subito. Non nazionali ma regionali e subregionali, tali dunque da non richiedere un decreto». Al ministero della Sanità sostengono fanno che le chances di evitare la chiusura generalizzata dipendono dall’adozione di decisioni più drastiche nelle regioni o parte dei loro territori flagellati. Certamente Lombardia, Milano e Brianza, e buona parte della Campania.
Altro tema chiave, quello della scuola. Nonostante le smentite della ministra Azzolina è evidente che la scuola, con tutto quel che comporta in termini di trasporti ma anche di socialità all’entrata e all’uscita, è un nodo centrale. La chiusura continua a essere esclusa ma per la prima volta il governo deve considerare la possibilità di estendere la Dad, la didattica a distanza, anche alle medie inferiori. Scelta difficile perché, mentre la scuola da casa nelle superiori impatta poco con le attività produttive, tenere a casa i ragazzi dagli 11 ai 14 anni avrebbe un’immediata ricaduta sul lavoro dei genitori.
Due balzi in avanti, tra sorpresa positiva e paura. Ieri, dati economici del terzo trimestre, balzo del Pil dell’16,1%, oltre le previsioni più rosee, ma sono numeri nati dalla illusione estiva di essersi lasciati alle spalle la pandemia, mentre ora il virus ripropone altre regole, e nessuno può prevedere lo sviluppo e la durata della nuova ondata. Ieri, altro colpo duro sul fronte sanitario. 31.084 i nuovi casi di contagio, con il nuovo record di tamponi 215.085. Lieve calo dei decessi, 199 contro i 217 del giorno prima. Crescono i ricoverati nei reparti ordinari, 1.030 in più, mentre i pazienti in terapia intensiva sono 1.746.