
Leonardo Clausi da Londra, cronista molto severo: «Con i numeri della seconda ondata in costante crescita, oltre 741mila tamponi positivi e 43.726 vittime accertate (18.804 i nuovi casi e 80 i morti solo nelle ultime 24 ore), la gestione dell’emergenza Covid da parte di Boris Johnson è messa brutalmente in discussione da un sondaggio YouGov, commissionato dalla filogovernativa Sky News». Ed è catastrofe politica per i Tory e per lo scapigliato e scapestrato premier: «Oltre metà dei consultati crede che il governo stia prendendo le decisioni sbagliate, e uno stragrande 67% si è detto in favore dei lockdown totali – ma mirati – raccomandati dai laburisti di Keir Starmer».
«Per tacere del 61% per cento secondo cui lo stesso Johnson non sta prendendo le decisioni giuste per combattere il virus. Il Galles, già chiuso da giorni all’esterno, da venerdì chiude pure al suo interno, andrà cioè in vero e proprio lockdown, con ristoranti e negozi vari chiusi e scuole parzialmente chiuse, almeno fino al nove novembre prossimo».»
Da giorni è guerra aperta fra il sindaco laburista di Manchester Andy Burnham e il primo ministro. Gli amministratori locali vorrebbe un voto parlamentare che decida degli aiuti economici in sostegno alla regione, non considerando sufficienti quelli già destinati al vicino Lancashire e al Merseyside, la regione di Liverpool. Con Manchester, la trattativa è naufragata per «soli 5 milioni di sterline», tra 60 e 65, precisa il Manifesto, per sostenere l’impatto economico della chiusura. Burnham ne voleva 90, per scendere poi a 65. La spesa finora sostenuta per tenere a galla l’economia nazionale si aggira intorno ai dieci miliardi.
«L’emergenza pandemica ha approfondito il solco che separa Londra dal Nord, da sempre la cenerentola economica inglese, radicalizzando il dilemma economia contro salute». In più, lo scontro politico tra governi locali e la gestione sempre più confusionaria del governo di Boris Johnson. Sindaci quasi tutti laburisti e ugualmente critici della preminenza politica ma soprattutto economica di Londra e del sud tradizionalmente più abbiente e conservatore.
A partire da domani l’Irlanda sarà il primo paese europeo a entrare nuovamente in lockdown per contenere l’epidemia da Coronavirus. Le nuove restrizioni dovrebbero rimanere in vigore fino al primo dicembre. La decisione arriva dopo che nelle scorse settimane il governo aveva rifiutato misure più severe chieste dai sanitari. Negli ultimi giorni la coalizione di governo, i due partiti di centro-destra Fianna Fáil e Fine Gael e Verdi, si è però dovuta arrendere all’evidenza.
Ci vorrà un po’ tempo per valutare l’efficacia delle nuove misure, che secondo le previsioni del governo dovrebbero permettere di riportare la situazione sotto controllo in tempo per il Natale